Nel bel mezzo dell’invasione delle auto elettriche cinesi, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha avviato un’indagine antisovvenzioni contro le importazioni cinesi. Si tratta di un passo che rischia di degenerare in una guerra commerciale.
“I mercati globali sono ora inondati di auto elettriche cinesi più economiche. E il loro prezzo è mantenuto artificialmente basso da enormi sussidi statali”, ha affermato Von der Leyen nel suo discorso annuale sullo stato dell’Unione. “Questo sta distorcendo il nostro mercato”.
La posta in gioco non potrebbe essere più alta: i massicci investimenti della Cina l’hanno resa il produttore dominante della tecnologia delle batterie che alimenta le auto pulite. Si prevede che le vendite globali di veicoli elettrici cresceranno di quasi un terzo nel solo 2023 fino a superare i 14 milioni di unità – per un valore di 560 miliardi di dollari – e senza una concorrenza leale l’UE vede il suo settore perdere terreno.
Anche il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck ha accolto favorevolmente la decisione e ha precisato che “si tratta di concorrenza sleale. Non si tratta di tenere le auto ad alte prestazioni e a basso costo fuori dal mercato europeo; si tratta di vedere se ci sono sussidi nascosti, diretti o indiretti che creano un vantaggio competitivo sleale”.
L’industria automobilistica europea teme e, in particolare, le case automobilistiche tedesche sembrano essere le più esposte al vasto mercato cinese.
La Cina non ha ancora commentato, ma la Camera di commercio cinese presso l’UE ha manifestato su X (ex Twitter) “forte preoccupazione e opposizione ” all’indagine. Il post è stato ritwittato da WangLutong, capo del dipartimento Europa del Ministero degli Esteri cinese.
Con la Cina che controlla già il 60% della produzione globale di batterie, Bruxelles teme che, senza contromisure, le aziende cinesi otterranno una stretta mortale sui mercati dei veicoli elettrici proprio mentre le principali economie occidentali su entrambe le sponde dell’Atlantico si impegnano ad affrontare l’inquinamento, eliminando gradualmente le vendite dei tradizionali motori a combustione.
Una dibattito simile si sta svolgendo negli Stati Uniti, dove la Casa Bianca è alle prese con le richieste di assicurarsi che la tecnologia cinese non sia resa idonea a massicci sussidi volti a rilanciare un’industria dei veicoli elettrici ai sensi dell’InflationReduction Act. Questo è un problema, dal momento che anche aziende come Ford hanno concesso in licenza la tecnologia delle batterie alla cinese CATL, che è di gran lunga il più grande produttore di celle al mondo e ha due stabilimenti in Europa.
L’annuncio di Von der Leyen è arrivato dopo il suo incontro con il premier cinese Li Qiang a Nuova Delhi, dove è stata esortata a “sostenere i principi dell’economia di mercato e della concorrenza leale, mantenere aperti i mercati commerciali e di investimento, e fornire un ambiente equo, trasparente e non discriminatorio per le imprese cinesi”.
L’annuncio dà al commissario europeo al commercio ValdisDombrovskis una leva chiave nei negoziati con le sue controparti cinesi quando visiterà Pechino il 25 settembre. Dombrovskis ha già indicato che si aspetta che la Cina abbassi le barriere commerciali per le esportazioni europee, per contribuire a correggere un enorme deficit commerciale bilaterale.
L’incontro fa parte della preparazione al vertice UE-Cina previsto entro la fine dell’anno.
La Commissione ha avviato l’indagine di propria iniziativa, secondo un portavoce della Commissione europea, e non in risposta ad una denuncia. Ciò la rende una scelta politica da parte dell’esecutivo dell’UE, con i rischi politici che ne derivano. Tuttavia, la richiesta di von der Leyen è controversa perché i grandi marchi tedeschi sono fortemente esposti al mercato automobilistico interno cinese, con un’enorme capacità produttiva in Cina. Fino a poco tempo fa le automobili Volkswagen eranole più vendutenel mercato cinese, mentre BMW e Mercedes continuano a dominare il mercato premium.
Ciò significa che qualsiasi misura di ritorsione da parte di Pechino potrebbe colpire i tedeschi, più di chiunque altro.