giovedì, 19 Settembre, 2024
Politica

Onu. L’intervento di Giorgia Meloni: guerra ovunque ai trafficanti. L’Italia contro l’invasione dell’Ucraina

Il premier all’Assemblea: i principi vanno attuati in difesa dell’umanità

Vivere nella complessità economica, sociale e culturale di un mondo che cambia. È la sfida che il premier Giorgia Meloni racconta di fronte all’Assemblea generale dell’Onu. “Viviamo un’epoca complessa, fatta di emergenze e mutazioni continue”, spiega il presidente del Consiglio, “e non possiamo permetterci il lusso delle frasi di circostanza, dai principi decantati ma non attuati, delle scelte facili in luogo di quelle giuste”. Tra i temi della complessità quelli dei migranti che il premier pone al centra del suo intervento ponendolo in drammatica sintonia con la guerra in Ucraina.

La scelta dell’Italia

L’invasione russa, fa presente Giorgia Meloni “ci racconta che di fronte a chi vorrebbe riportarci al tempo delle guerre di dominio e di stampo neo-imperialista del quale pensavamo esserci liberati nel secolo scorso, la Ragione può ancora avere la meglio”. “L’Italia ha scelto chiaramente da che parte stare. Lo ha fatto perché consapevole di quanto sarebbe difficile governare un mondo nel quale ha avuto la meglio chi bombarda le infrastrutture civili sperando di piegare un popolo con il freddo e il buio”.
Chi crea caos nel mondo

Per il presidente del Consiglio

dietro la guerra in Ucraina c’è una scelta, quella di: “Creare il caos e diffonderlo. E in quel caos”, evidenzia il premier italiano davanti l’Assemblea Onu, “che produce decine di milioni di persone potenzialmente in cerca di condizioni di vita migliori, si infiltrano reti criminali che lucrano sulla disperazione per collezionare miliardi facili. Sono i trafficanti di esseri umani che organizzano la tratta dell’immigrazione illegale di massa. Illudono che affidandosi a loro chi vuole migrare troverà una vita migliore, si fanno pagare migliaia di dollari per viaggi verso l’Europa che vendono con le brochure come fossero normali agenzie di viaggio, ma su quelle brochure non scrivono che quei viaggi troppo spesso conducono alla morte, a una tomba sul fondo del mar Mediterraneo”.
“Perché a loro”, sottolinea Giorgia Meloni, “non importa se la barca sia adatta o meno ad affrontare quel viaggio, l’importante per loro è solo il margine di guadagno”.

il Piano Mattei per l’Africa

Durante il suo intervento il presidente del Consiglio sottolinea l’importanza del Piano ideato dal governo italiano.
L’Africa, evidenzia è un continente ricco, ma sfruttato e depredato, annota Meloni.
“Troppo spesso gli interventi delle nazioni straniere nel continente africano non sono stati rispettosi delle realtà locali. Spesso l’approccio è stato predatorio e ciononostante perfino paternalistico. L’Italia”, spiega il premier, “vuole contribuire a creare un modello di cooperazione capace di collaborare con le nazioni africane affinché possano crescere e prosperare grazie alle risorse che possiedono. Una cooperazione da pari a pari, perché l’Africa non ha bisogno di carità, ma di essere messa in condizioni di competere ad armi pari”. “Saremo i primi a dare il buon esempio con il Piano Mattei per l’Africa, un piano di cooperazione allo sviluppo che prende il nome di Enrico Mattei, un grande italiano che sapeva conciliare l’interesse nazionale italiano con il diritto degli stati partner a conoscere una stagione di sviluppo e progresso”.

Italia, l’Onu e Giovanni Paolo II

La modernità impone altre complessità che sono da governare. Tra queste Giorgia Meloni oltre i flussi migratori cita l’innovazione della IA e della Pace che saranno “al centro” della presidenza italiana del G7 ma “sono questioni che investono la responsabilità delle Nazioni Unite”. E sono “sfide enormi, che non possiamo affrontare se non prendiamo atto anche dei nostri limiti, come Nazioni e nel sistema multilaterale”. “Serve quindi una riforma con cui l’Onu”, osserva  ancora il presidente del Consiglio italiano,  “esca dall’assetto cristallizzato all’esito di un conflitto che si è concluso ottant’anni fa, in un altro secolo, in un altro millennio, per dare a tutti la possibilità di dimostrare il proprio valore nel presente, la nostra capacità di fare quello che in questa sede, il 2 ottobre del 1979, un grande uomo, un santo e uno statista come Papa Giovanni Paolo II, ci ricordava, e cioè che l’attività politica, nazionale e internazionale, viene ‘dall’uomo’, si esercita ‘attraverso l’uomo’ ed è ‘per l’uomo’”.

Un mondo più giusto

“L’Italia”, nudiste il premier Giorgia Meloni, “sostiene la necessità di una riforma del Consiglio di Sicurezza che lo renda più rappresentativo, trasparente ed efficace. Che garantisca una distribuzione geografica dei seggi più equa e rafforzi anche la rappresentanza regionale”, prosegue Meloni.
Le applicazioni dell’Intelligenza artificiale rappresentano, dice ancora Meloni, “una grande opportunità in molti campi, ma non possiamo fingere di non comprendere anche gli enormi rischi che portano con sé”. “Non sono certa”, osserva il premier, “che ci stiamo rendendo conto abbastanza delle implicazioni connesse a uno sviluppo tecnologico che corre molto più velocemente della nostra capacità di governarne gli effetti. Eravamo abituati”, fa presente Meloni, “a un progresso che aveva come obiettivo ottimizzare le capacità umane, e oggi ci confrontiamo con un progresso che rischia di sostituire le capacità umane. E se in passato questa sostituzione si concentrava sul lavoro fisico, così che gli uomini potessero concentrarsi sui lavori di concetto e di organizzazione, oggi è l’intelletto che rischia di essere soppiantato, con conseguenze che potrebbero essere devastanti, particolarmente nel mercato del lavoro”.

A servizio dell’umanità

Infine una visione moderna per il presidente del Consiglio non può escludere l’uomo che invece va tutelato con una nuova prospettiva di governo delle cose .“Servono meccanismi di governance globale”, conclude Giorgia Meloni il suo intervento all’Onu, “capaci di assicurare che queste tecnologie rispettino barriere etiche, che l’evoluzione della tecnologia rimanga al servizio dell’uomo e non viceversa”.

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