Il 4 settembre scorso, il Programma dell’Onu per l’ambiente (UNEP) ha rilasciato la “bozza zero” del “Trattato internazionale vincolante per porre fine all’inquinamento da rifiuti di plastica.” La bozza è stata redatta in vista dei negoziati internazionali che si terranno a Nairobi (Kenya) a novembre.
Per ora “scelte drastiche”
Nella prima bozza dell’accordo globale sull’inquinamento da plastica entrano le opzioni più “drastiche”, nonostante le pressioni di Big Oil e di molti paesi, tra cui Stati Uniti e Arabia Saudita, che preferirebbero limitare l’accordo a un aumento del tasso di riciclo. Più soddisfatto di Big Oil è “High Ambition Coalition”, un gruppo di paesi che include l’Unione Europea che, invece, spinge per una rimodellazione dell’intero settore. Per il WWF la bozza zero è un “punto di svolta” per i negoziati, mentre Greenpeace sottolinea che è necessario fissare un target globale di almeno -75% di produzione di plastica entro il 2040 per restare in linea con gli 1,5 gradi.
Le quattro parti della bozza
La bozza affronta varie tematiche correlate alla plastica, la “Parte I” raccoglie gli obiettivi del “Trattato” lasciando dei margini per le preoccupazioni che i rappresentanti dei Paesi potrebbero voler includere, ma che non sono stati discussi nella precedente sessione, mentre nella “Parte II” è approfondito il ciclo di vita della plastica e dei prodotti di plastica, anche attraverso approcci basati sull’efficienza delle risorse e sull’economia circolare e presenta opzioni che mirano a promuovere collettivamente la produzione e il consumo sostenibili di plastica attraverso la progettazione del prodotto e una gestione dei rifiuti rispettosa dell’ambiente. Infine, la terza e la quarta Parte delineano diverse opzioni di misure volte ad affrontare collettivamente l’attuazione del Trattato.
Opzioni globali e differenziate
Il documento nasce da una risoluzione dell’Onu sottoscritta da 175 paesi che richiedeva al Direttore Esecutivo del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) di convocare un Comitato di Negoziazione Intergovernativo (INC) per sviluppare uno strumento che, con un approccio globale, affrontasse l’intero ciclo di vita della plastica, compresa la sua produzione, progettazione e smaltimento.
Il Comitato si è riunito più volte e ha predisposto la bozza finale che verrà discussa dal 13 al 19 novembre prossimo a Nairobi. Il più importante obiettivo globale fissato è di ridurre la produzione di plastica in modo specifico e differenziato per paesi. Inoltre i paesi aderenti dovranno presentare propri “contributi nazionali volontari” riguardo la riduzione. In pratica, lo stesso tipo di impegno che vincola i membri dell’UNFCCC che hanno ratificato il Paris Agreement a contenere la temperatura globale sotto i 2°C e preferibilmente sotto la soglia degli 1,5°C. Infine i paesi prometterebbero di prendere “tutte le misure necessarie” per tagliare la propria produzione di plastica, ma senza impegnarsi rispetto a un obiettivo globale o specifico.