Quali sono le prospettive economiche globali per il 2023 e il 2024? A questa domanda risponde oggi l’Ocse con una serie di numeri che non promettono nulla di buono. Anzi. Secondo l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico nella prima metà di quest’anno l’economia mondiale ha mostrato anche una certa resilienza, nonostante la guerra in Ucraina, la pandemia di Covid-19 e l’aumento dell’inflazione. Nonostante ciò le prospettive di crescita rimangono deboli a causa di una serie di fattori, tra cui una politica monetaria sempre più restrittiva che sta frenando la domanda interna, una ripresa più debole del previsto in Cina e i rischi geopolitici. In soldoni, si prevede che la crescita globale nel 2024 sarà inferiore a quella del 2023.
Passando alle fredde cifre, la crescita del Pil mondiale dovrebbe rallentare dal 3,3% del 2022 al 3,0% nel 2023 (+0,3 rispetto alle precedenti stime di giugno) e al 2,7% nel 2024. La crescita dell’eurozona dovrebbe rallentare allo 0,6% nel 2023 (-0,3% rispetto alle stime di giugno) e all’1,1% nel 2024 (-0,4%). L’Italia dovrebbe registrare una crescita del Pil dell’0,8% sia nel 2023 (-0,4% rispetto alle stime di giugno) che nel 2024 (-0,2%) dopo il +3,8% del 2022. L’Ocse ha sottolineato che la crescita italiana è stata sostenuta nel 2022 dal contributo del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Tuttavia, il Pnrr è in ritardo rispetto al calendario previsto, e questo potrebbe rallentare la crescita italiana nel 2023 e nel 2024. L’Organizazione ha anche sottolineato che il Belpaese ha bisogno di continuare a riformare il mercato del lavoro e il sistema fiscale per migliorare la sua competitività. Queste riforme potrebbero contribuire a sostenere la crescita economica nel lungo periodo.
Inflazione in calo
Per quanto riguarda l’inflazione, l’Ocse ha invece rivisto al ribasso le stime di inflazione per il 2023, portandole a +6,1% da +6,4%, prima di scendere al 2,5% nel 2024. Una revisione dovuta principalmente al calo dei prezzi dell’energia.