Secondo gli ultimi accertamenti sembra essere stata una granata d’artiglieria a provocare mercoledì scorso la morte dei tre operai che lavoravano alla Sabino Esplodenti. Dalla prima ricostruzione del tragico incidente, pare che Fernando Di Nella, una delle vittime, fosse vicino all’ordigno. L’operaio viene descritto con un artificiere esperto in demilitarizzazioni che da decenni compiva le stesse operazioni. Saranno le indagini a spiegare se in questo caso si sia trattato di spoletta difettosa o di errore umano. I corpi di Fernando Di Nella, 50 anni di Lanciano (Chieti), Gianluca De Santis (40) di Palata (Campobasso), e Giulio Romano (56) di Casalbordino, sono stati trasportati all’obitorio dell’ospedale di Chieti e messi a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Rinviata l’udienza sull’incidente del 2020
Nelle scorse ore è stata rinviata al Tribunale di Vasto (Chieti), l’udienza preliminare sull’esplosione di 3 anni fa, sempre alla Sabino Esplodenti, nella quale morirono sempre 3 operai. Il rinvio è dovuto ai fatti che al Giudice Anna Rosa Capuozzo è arrivata la richiesta del rinvio, per la morte dell’avvocato Barbetta che difendeva la società. Inoltre, uno degli imputati ha accusato un malore in seguito alla drammatica giornata di ieri. L’udienza davanti al Gup stata rinviata al 3 ottobre per legittimi impedimenti. Nell’incidente del 21 dicembre 2020 morirono Carlo Spinelli, 54 anni di Casalbordino (Chieti), Paolo Pepe 45 anni di Pollutri (Chieti) e Nicola Colameo, 45 anni di Guilmi (Chieti). Sono 10 gli imputati per la deflagrazione di tre anni fa, tra cui la stessa società. Gli imputati sono il legale rappresentante e presidente del Cda della Esplodenti Sabino, quattro consiglieri di amministrazione, il direttore dello stabilimento, il responsabile del servizio protezione e prevenzione, il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, il capo reparto, la società in persona del legale rappresentante, e la società che è sottoposta a procedimento penale per responsabilità amministrativa per omicidio colposo plurimo.