mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Lavoro

Ingegneri: il Codice degli appalti va rivisto, ha ragione l’Anac

Sarebbero troppi, e costosi, gli appalti integrati affidati alle aziende


Dopo l’Anac anche il Consiglio nazionale degli ingegneri, riporta a galla il fenomeno del ricorso all’appalto integrato da parte delle Stazioni appaltanti che, tra l’altro, il nuovo Codice, entrato in vigore al primo luglio, ha liberalizzato. Per il 2022 l’Autorità anticorruzione ha segnalato molte anomalie e criticità, relative soprattutto all’aumento indiscriminato dei costi dovuti alle modifiche dei progetti posti a base gara. In molti casi risultano, addirittura, progetti approvati e realizzati diversi da quelli originari. Secondo gli ingegneri “gran parte dei problemi sono connessi all’appalto integrato; ossia all’affidamento congiunto della progettazione esecutiva e della realizzazione dei lavori, che il nuovo Codice ha oltremodo liberalizzato, superando la limitazione della previgente normativa e della stessa legge delega”.

Cni: ferma contrarietà all’integrato

Consiglio nazionale degli ingegneri, in una nota, ribadisce la posizione “di ferma contrarietà al ricorso massiccio all’appalto integrato” aggiungendo che “già nel 2015 i ricercatori del Centro Studi Cni avevano disegnato uno scenario perfettamente coerente con le conclusioni cui giunge oggi l’Anac.” L’arrivo del dlgs 36/2023 (nuovo Codice appalti) reintroduce all’articolo 44 la possibilità per la Pubblica amministrazione di ricorrere all’appalto integrato a discrezione, senza i divieti previsti dal precedente codice. L’appalto integrato è l’affidamento della progettazione e dell’esecuzione dei lavori allo stesso operatore economico. Nasce con lo scopo di accelerare il procedimento di aggiudicazione dei lavori e garantirne l’esecuzione corretta sulla base di tecniche-operative (progetto esecutivo) avanzate dall’impresa appaltatrice. Il contratto potrà avere come oggetto la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori sulla base di un progetto di fattibilità tecnico-economica approvato. Sono esclusi dall’appalto integrato le opere di manutenzione ordinaria.

La PA si fida troppo delle imprese

Il Consiglio nazionale degli ingegneri, però, ritiene che il ricorso frequente all’appalto integrato sta ostacolando pesantemente la corretta esecuzione delle opere pubbliche. Angelo Domenico Perrini, presidente del Cni, ritiene che “le stazioni appaltanti spesso tendono a mandare in gara progettazioni che non sono adeguatamente approfondite, riponendo eccessiva fiducia nel successivo intervento delle imprese. In secondo luogo non riscontriamo, da parte delle imprese stesse, il rispetto dei tempi garantiti in fase di gara per la progettazione esecutiva.” “Uno dei motivi principali”, spiega Perrini, “risiede nel fatto che, nel corso della propria attività professionale, i progettisti indicati sono rallentati dalle indagini di mercato delle imprese, che mirano sovente ad ottenere il massimo profitto da ciascuna lavorazione”.

Insomma secondo il Consiglio nazionale degli ingegneri il nuovo Codice degli appalti necessita di correttivi mirati, le cui priorità devono essere il superamento della previsione restrittiva dei requisiti professionali dei progettisti (art. 100) e la riduzione dell’eccessivo ricorso all’affidamento congiunto di progettazione ed esecuzione (art. 44).

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