Il devastante terremoto che ha colpito il Marocco lo scorso 8 settembre in cui sale il bilancio delle vittime e delle persone ferite ha danneggiato gravemente anche importanti luoghi sacri come la moschea Tinmel, capolavoro dell’arte sacra marocchina del XII secolo. La moschea Tinmel situata nel cuore delle montagne dell’Atlante, tra Marrakech e Taroudant, è oggi un cumulo di macerie. Questa grande chiesa musulmana è stata una delle poche moschee in Marocco che i non musulmani hanno potuto visitare.
Era tappa dei viaggiatori
La moschea Tinmel era una tappa per gli amanti dell’arte in viaggio. L’edificio restaurato più volte ha suscitato l’interesse dell’UNESCO ed è stata registrata come candidata Patrimonio dell’umanità nel 1995. Situata a 100 km da Marrakech la moschea Tinmel, che significa Scuola in berbero, fu costruita nel 1147. L’edificio occupava un rettangolo di 48,1 m per 43,6 m e vi si accedeva da sei porte, quattro porte per entrare nella sala di preghiera e due porte per uscire nel cortile. La sala della preghiera, fiancheggiata da nove navate longitudinali, aveva una navata centrale che si distingueva dalle altre per le sue dimensioni. Le caratteristiche architettoniche della moschea di Tinmel erano la ricca decorazione e la complessità degli archi e delle pareti ornate con motivi geometrici tipici dell’austera architettura degli ‘Almohadi’, che furono movimento religioso e dinastia berbera di fede musulmana originaria della regione del Sous in Marocco, che emerse in opposizione agli Almoravidi provenienti dal Sahara. Pur essendo stata oggetto di restauro sin dai primi anni 2000, Tinmel era rimasta ancora parzialmente in rovina; tuttavia, essa era ancora utilizzata dai maomettani come luogo di preghiera, soprattutto il venerdì, unico giorno in cui l’ingresso veniva vietato ai non musulmani. Accanto alla moschea si trovava un piccolo museo dove erano esposti alcuni elementi decorativi trovati durante lavori di restauro.
Preservare adesso le vite umane
In un comunicato il direttore regionale dell’Ufficio UNESCO per la Regione del Maghreb, Eric Falt, nel sottolineare che in tale drammatica situazione la priorità è proteggere le vite umane ha dichiarato: “Dopo un disastro come questo qui, la cosa più importante è preservare le vite umane. Ma bisogna pianificare subito anche la seconda fase, che prevede la ricostruzione delle scuole e dei beni culturali colpiti dal sisma”. Eric Falt, esprimendosi riguardo a una prima valutazione dei danni ha manifestato: “Il desiderio di comprendere meglio l’impatto del disastro. Possiamo già dire che sono molto più importanti di quanto ci aspettassimo. Abbiamo notato crepe significative sul minareto della Koutoubia, la struttura più emblematica, ma anche la distruzione quasi completa del minareto della moschea Kharbouch sulla piazza Jemaa El Fnaa. Anche le mura della città danneggiate in più punti. Il quartiere ovviamente più colpito però è il Mellah, ex quartiere ebraico”.