lunedì, 16 Dicembre, 2024
Turismo

Se aumenta la temperatura i turisti arriveranno in primavera e non a luglio

Le stagioni preferite diventeranno l’autunno e la primavera

Se aumenta la temperatura avremo meno turisti d’estate, ma più distribuiti durante l’anno. Quello che non riesce a fare il mercato lo farà la temperatura. Un aumento di 3 o 4 gradi ridurrà il numero di turisti del 10% al sud e li aumenterà del 5% al nord. Sono le proiezioni di uno studio JRC, Centro comune di ricerca europeo, secondo il quale le regioni costiere del sud dovrebbero perdere turisti durante l’estate, in particolare con scenari di riscaldamento di 3°C e 4°C, mentre le regioni costiere settentrionali vedranno un aumento della domanda. In tutta Europa, l’interesse turistico diminuirà a luglio e crescerà ad aprile. Con lo spostamento stagionale il turismo continuerà comunque a crescere.

I turisti andranno verso nord

Lo studio “Impatto regionale dei cambiamenti climatici sulla domanda turistica europea” valuta le variazioni della domanda turistica in quattro scenari climatici futuri: gli obiettivi dell’Accordo di Parigi (1,5°C e 2°C) e due livelli di riscaldamento più elevati (3°C e 4°C). L’impatto complessivo sulla domanda turistica europea è previsto in trend positivo, con un aumento stimato del 1,58% nello scenario di riscaldamento più elevato (4°C), ma i risultati aggregati nascondono una grande diversità tra le regioni. Ci saranno aumenti nella domanda turistica nel centro e nel nord dell’Europa e una domanda più bassa nel sud. L’Europa conta il 51% di tutti gli arrivi internazionali, dipende pesantemente dal turismo che rappresenta il 5% del Pildell’eurozona; che con l’indotto raddoppia la percentuale.

I diversi scenari

Clima e domanda turistica europea sono strettamente correlati e quindi sarebbe “essenziale adottare misure mirate e sostenibili” per proteggere il settore. Lo studio si basa sui dati di 269 regioni europee, copre un arco temporale mensile di 20 anni, e mappa l’effetto delle attuali condizioni climatiche sul turismo simulando gli impatti futuri fino all’anno 2100, utilizzando 10 modelli climatici e considerando quattro livelli di riscaldamento (1,5°C, 2°C, 3°C e 4°C). In un clima di riscaldamento di 1,5°C, o anche 2°C, l’80% delle regioni europee, sostanzialmente, subirà variazioni di flussi non più alte del 2%. Nello scenario di temperature più elevate, l’effetto più significativo è previsto per le regioni costiere; ad esempio una diminuzione del 9,12% per le Isole Ionie in Grecia e un aumento del 15,93% per il Galles Occidentale (Regno Unito). Inoltre, le perdite più elevate – superiori al 5% – sono proiettate per le regioni di Cipro, Grecia, Spagna, Italia e Portogallo, mentre i maggiori guadagni – superiori al 5% – sono distribuiti in Germania, Danimarca, Finlandia, Francia, Irlanda, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito.

Turismo; scende luglio, sale aprile

Riguardo le stagioni, le regioni costiere del nord Europa dovrebbero registrare un aumento della domanda superiore al 5% durante i mesi estivi e all’inizio dell’autunno. Al contrario, le regioni costiere del sud sono proiettate a perdere quasi il 10% dei turisti estivi rispetto al presente, soprattutto in scenari climatici più caldi (3°C e 4°C). In queste regioni, il calo della domanda estiva è in parte compensato da un aumento delle visite turistiche in primavera, autunno e inverno. In termini aggregati, ci si aspetta che il mese di aprile registri il più alto aumento dei flussi turistici, con un aumento del +8,89% rispetto al presente in uno scenario a 4°C. La maggiore diminuzionedella domanda di turismo europeo è proiettata per il mese di luglio, con una variazione che va dal -0,06% nello scenario a 1,5°C al -5,72% nello scenario climatico più caldo. Non sembra un addio alla vacanza, ma piuttosto un rimescolamento.

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