Non è stato facile trovare l’accordo, ma alla fine è arrivata la fumata bianca: anche l’industria italiana parteciperà al ‘Trimestre anti-inflazione’ sul carrello della spesa fortemente voluto dal governo e che prenderà il via il 1° ottobre fino alla fine dell’anno. L’ufficialità della notizia è arrivata ieri dopo un incontro, al Mimit, tra il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso con le associazioni dell’industria di largo consumo non soltanto alimentare (Federalimentare, Unionfood, Centromarca e Ibc).
Molto soddisfatto, e non potrebbe essere altrimenti, il titolare del dicastero di via Molise, che dunque ha ricevuto l’ok da parte del sistema Italia della produzione che parteciperà al patto anti-inflazione (dopo aver detto di no a luglio) insieme alla grande distribuzione, ai commercianti e agli esercenti che già precedentemente avevano aderito protocollo d’intesa: “È uno sforzo collettivo del sistema Paese per contenere i prezzi di beni di più largo consumo nel trimestre decisivo”, le parole del Ministro, aggiungendo che “il carrello tricolore sarà davvero tale se saremo tutti insieme uniti”. Per Urso questo accordo può assestare un colpo definitivo all’inflazione “a beneficio del Paese” e dei consumatori che così “potranno rifornirsi di quello che necessitano a prezzi più contenuti”. Urso ha poi spiegato che al Mimit sarà insediato “un tavolo sui beni di largo consumo per lavorare insieme, in maniera sistemica continuativa, per frenare i prezzi della produzione, quindi i prezzi al consumo”.
Ma in soldoni (è proprio il caso di dirlo) questo patto anti-inflazione in cosa consisterà? L’obiettivo è uno e uno soltanto: contenere i prezzi per tre mesi e questo impegno sarà attuato attraverso una serie di misure come sconti sui prezzi, promozioni, incentivi per i consumi.
Priorità per il Paese
Francesco Mutti e Flavio Ferretti, rispettivamente Presidenti di Centromarca e Ibc, hanno spiegato che la lotta all’inflazione e la tutela del potere d’acquisito delle famiglie, in una fase particolarmente delicata della congiuntura, “è una priorità per il tessuto industriale del Paese”. Hanno poi auspicato che il Ministero convochi al più presto il tavolo di lavoro, “così da poter mettere a fuoco e affrontare le innumerevoli criticità che generano inefficienze e quindi costi all’interno della filiera dei beni di consumo”.
Lettera d’intenti
Nella lettera d’intenti mostrata a Urso, Centromarca, Federalimentare, Ibc e Unione Italiana Food si impegnano, in particolare, a dare ampia informazione presso le proprie associate su ogni iniziativa sviluppata dal Ministero in merito alla lotta all’inflazione e chiedere alle proprie associate di valutare, nel rispetto della libera concorrenza e della strategia di ciascuna impresa e su base volontaria, di sviluppare, limitatamente al periodo del trimestre di riferimento, iniziative di politica commerciale tese a contrastare l’inflazione dei suddetti prodotti, laddove sia ritenuto praticabile dalla singola azienda dal punto di vista della sua sostenibilità economica.
Servono controlli
Per il Codacons ora c’è il rischio che i produttori/distributori approfittino della finestra temporale ‘libera’’ fino a ottobre per alzare i prezzi, per poi rispettare le indicazioni dell’accordo a guadagno ottenuto. “Una possibilità che va evitata a tutti i costi: in primis tramite controlli dedicati, prima di ottobre; in secondo luogo affidando alle associazioni dei consumatori una funzione di verifica sul paniere, e segnalazione e denuncia delle violazioni”, ha spiegato l’associazione. Assoutenti ha giudicato positivamente l’entrata in scena dell’industria nel paniere salva-spesa, ma il Presidente Furio Truzzi ha chiesto al governo di convocare urgentemente le associazioni del Cncu per la realizzazione di un piano nazionale “volto a costituire osservatori locali in grado di rilevare rapidamente la dinamica dei prezzi al consumo su un paniere definito di beni e servizi, monitorando anche l’andamento dell’accordo antinflazione nel bacino di riferimento, e rendendolo noto ai consumatori, attraverso idonei mezzi pubblicitari e anche tramite una app salva-prezzi”.