Secondo il report del Centro studi di Unimpresa elaborato dai dati dell’agenzia delle Entrate, dal 2010 al 2022, i controlli dell’amministrazione finanziaria su conti correnti bancari dei contribuenti italiani sono stati complessivamente 84.155. In totale, nei 13 anni esaminati, le verifiche hanno consentito di accertare un totale di tasse non pagate pari a 7 miliardi e 245 milioni di euro. In media, si tratta di circa 6.500 controlli l’anno, ciascuno dei quali ha consentito di portare alla luce denaro sottratto al fisco per 86mila euro.
2013 anno record
Nel 2010, i controlli sui rapporti bancari sono stati 9.371 e hanno fatto emergere 866 milioni di evasione (92mila euro in media per ciascuna verifica). Nel 2011, le verifiche sono state 10.869 e hanno portato alla luce 1 miliardo e 129 milioni (104mila euro in media). Nel 2012, si sono registrati 11.872 accertamenti grazie ai quali è emerso gettito nascosto per 1 miliardo e 201 milioni (101mila euro in media). Nel 2013, anno record, i controlli fiscali in banca sono stati 12.069 e hanno portato alla luce 1 miliardo e 134 milioni di imposta non versate regolarmente (94mila euro in media). Nel 2014, le verifiche, calate a quota 11.460, hanno accertato imposta non pagata per 1 miliardo e 78 milioni (94mila euro in media).
Pochi risultati dalle indagini
Il Centro studi di Unimpresa rivela che il valore annuo complessivo dell’evasione fiscale si aggira attorno ai 100 miliardi di euro e le indagini bancarie consentono di accertare, nella migliore delle ipotesi, una quota di gettito nascosto di poco superiore all’1% del totale. “Lo Stato, con i controlli sui conti correnti bancari, recentemente rilanciati dai vertici dell’amministrazione finanziaria, non ottiene granché se non il doppio risultato di spaventare i contribuenti e di rendere ancora più complessa la gestione burocratica delle attività d’impresa” commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.