Martedì prossimo, gli elettori del partito democratico saranno chiamati, attraverso le primarie del Rhode Island, a scegliere tra un folto numero di candidati, determinando quasi sicuramente chi dovrà occupare un posto vacante al Congresso. Il deputato David Cicilline si è dimesso all’inizio di quest’anno per andare ad occupare un ruolo preminente nella gestione della più grande filantropia del Rhode Island. Le sue dimissioni hanno creato una rara apertura di alto profilo in uno stato piccolo e in gran parte democratico. Al ballottaggio saranno presenti ben dodici candidati, molti dei quali rivendicano il sostegno dei principali gruppi nazionali. Due di loro sono presenti anche nel ballottaggio repubblicano, ma, da decenni, nessun esponente del “Grand Oil Party” è riuscito ad imporsi nel primo distretto congressuale che ha sede a Providence. “Il Rhode Island è probabilmente più piccolo della maggior parte delle contee degli Stati Uniti, eppure ha un numero enorme di funzionari eletti – ha affermato Rich Luchette, ex consigliere di Cicilline -. Sono tutti ambiziosi, tutti si guardano allo specchio e vedono in loro il futuro membro del Congresso”.
I favori del pronostico
Lo Stato ha una legislatura relativamente ampia e numerosi piccoli comuni, la maggior parte dei quali sono gestiti da democratici, con conseguente eccesso di contendenti. Fino a poco tempo fa, i favori del pronostico vedevano in vantaggio il vice-governatore Sabina Matos. Tuttavia, è stata coinvolta in uno scandalo di firme contraffatte raccolte per suo conto al fine di poter partecipare al ballottaggio. Questo episodio potrebbe influire negativamente nelle sue ambizioni. La Matos ha negato ogni illecito, incolpando, per aver raccolto firme fasulle, un venditore disonesto. Ma la sua tardiva risposta alla controversia, le indagini in corso del procuratore generale dello stato e la mancanza di altri importanti sviluppi della campagna quest’estate potrebbero aver compromesso la sua corsa. Gli altri due candidati principali sono l’ex deputato dello Stato, Aaron Regenberg, appoggiato dal senatore Bernie Sanders e dalla deputata Alexandria Ocasio-Cortez, e l’ex funzionario della Casa Bianca Gabe Amo, che ha il sostegno di Ron Klain, ex capo dello staff del presidente Joe Biden, e dell’ex deputato Patrick Kennedy, figlio di Ted Kennedy.