Gli angeli del fango non smettono mai di svolazzare, neppure dopo generazioni. Ora la Biblioteca nazionale di Firenze ha messo in piedi un progetto per il recupero delle migliaia e migliaia di libri danneggiati durante l’alluvione in Emilia-Romagna. Si tratta dei volumi antichi della Biblioteca del Seminario di Forlì, libri che risalgono al XVI secolo; incunaboli che dovranno essere restaurati perché il fango li ha impaccati completamente. La Biblioteca di Firenze, dall’alluvione del ‘66, è diventata l’istituzione massima per il recupero e il restauro del libro. Il laboratorio fiorentino ha vasche di risciacquo, congelatori per la messa in sicurezza e dispone anche dell’unico “liofilizzatore” in Italia; un particolare asciugatore che ha già riportato in vita migliaia di volumi. Una tecnica messa a punto proprio a seguito dell’alluvione del 1966 e che è stata utilizzata anche per il recupero di libri provenienti da Venezia, danneggiati dall’allora “Acqua Granda.”
La liofilizzazione
L’alluvione dell’Emilia-Romagna ha danneggiato volumi di notevole valore storico che rappresentano una parte importante del patrimonio librario e culturale italiano. La stima più recente parla di oltre 5mila volumi, ma pare sia ancora una porzione limitata del totale. È in corso una ricognizione più attendibile. Per il loro recupero e restauro sarà utilizzato il metodo “freeze-drying” o liofilizzazione. Metodo che consiste nel congelare il libro danneggiato e quindi rimuovere l’acqua mediante “sublimazione”. Il volume danneggiato viene congelato e quindi l’acqua penetrata, una volta diventata ghiaccio, viene trasformata dallo stato solido direttamente a quello gassoso. In questo modo tutta l’acqua che aveva impregnato il libro viene rimossa riducendo al minimo l’impatto sulla carta. Tecnica, questa, messa a punto proprio a Firenze e che, nel tempo, è stata esportata in tutto il mondo.
Tempi e costi del progetto
I tempi previsti per il restauro dei libri dipenderà dal loro reale numero e soprattutto dalle loro condizioni specifiche. Potrebbero essere necessari anche mesi e i costi, di conseguenza, dipenderanno dal personale necessario e dall’impiego delle attrezzature. Per l’intero progetto le decisioni operative saranno prese dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Emilia-Romagna in collaborazione con la Biblioteca nazionale di Firenze. Le edizioni antiche, per ora, sono quantificate in 1.250 volumi, che si sommano ai 5.000 di cui sopra, e ai quali si aggiungeranno i libri non ancora recuperati. Serviranno ingenti stanziamenti pubblici, ma anche soccorsi di privati cittadini o aziende per affrontare i danni e riportare i libri nelle biblioteche originarie.