martedì, 17 Dicembre, 2024
Economia

Prestiti bancari, record negativo per le imprese italiane

Nel mese di luglio i prestiti bancari alle imprese registrano una brusca frenata, collocando l’Italia “in ultima posizione tra le economie maggiori dell’Eurozona. Da numerose analisi effettuate da Banca d’Italia si evince – così come riportato in una nota di Confcommercio- “un vero e proprio trend che impatta principalmente sulle imprese di minori dimensioni, considerate strutturalmente più rischiose dal sistema bancario, perché più difficili da valutare tramite scoring automatici sulla scorta di database”.

Rivedere l’attuale sistema bancario

Secondo quanto riportato da Confcommercio, l’innalzamento dei tassi di interesse voluto dalla Bbe, per contrastare il fenomeno inflattivo, agisce sul lato della domanda di finanziamenti bancari da parte delle imprese. Ma, prosegue la nota “occorre interrogarsi anche sulla compatibilità del modello di sistema bancario, con quello della micro e piccola impresa diffusa che caratterizza il nostro sistema imprenditoriale, il quale richiederebbe, piuttosto che l’impiego di strumenti e logiche di natura per lo più ‘algoritmica’, un ecosistema bancario e finanziario in grado di coglierne le peculiarità”.

Obiettivi da realizzare

Riguardo la rivisitazione del Fondo di garanzia Pmi, Confcommercio si prefigge lo scopo di riportare in asse sistema finanziario ed economia reale mediante due passaggi, e quindi: ripristinare il focus dell’intervento del Fondo sulle imprese di minori dimensioni, quelle maggiormente colpite dal razionamento del credito, e orientando le risorse in funzione di un reale incremento complessivo del credito erogato alle imprese. Occorre, a tal fine, puntare su scelte che stimolino il sistema bancario a finanziare quelle imprese più rischiose che, a condizioni di mercato, richiederebbero più accantonamenti rispetto a quelle più ‘sicure’.

Raggiungere nuove risorse finanziarie

Pertanto, rammenta la nota, “non si tratta di agire sul versante della riduzione del numero delle attuali fasce di rischio, quanto piuttosto di rimodulare le intensità di aiuto a favore delle imprese razionate ma meritevoli.” In questo modo, conclude Confcommercio, “si faciliterebbe anche l’attrazione di risorse finanziarie di origine diversa, favorendo l’integrazione e la razionalizzazione di canali diversi di accesso al credito”.

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