Siamo alle solite: con l’avvio di settembre, si chiude la stagione estiva e inizia il countdown verso un nuovo anno scolastico. Sin qui tutto normale, se non fosse per quelle proposte tanto astruse quanto ricorrenti in cui capita di imbattersi. La prima tra tutte: posticipare l’ingresso a scuola di un’ora per far dormire di più gli studenti.
Intendiamoci, non che la proposta in sé sia astrusa; tutt’altro, se fosse possibile voterei a favore e, anzi, rilancerei di un’altra ora. Peccato che questa proposta, che suona ormai come un tormentone di inizio autunno, si dimostri essere – ogni anno, sempre più – astratta e impraticabile.
C’è poco da illudersi, anche se riviste e quotidiani continuano a riproporre studi universitari e pareri di noti esperti della psiche infantile, non riusciremo mai a spostare quella maledetta lancetta della sveglia, puntellata sul 7 a.m.
Sperimentazione al liceo Majorana di Brindisi
In occasione dell’ultima Giornata mondiale del sonno è andato in onda un servizio che riportava i risultati di una sperimentazione che si è svolta alcuni anni fa in una scuola di Brindisi, in collaborazione con il dirigente scolastico Salvatore Giuliano. Mi fa piacere citare quell’esperimento di cui in qualche modo sono stata “testimone”, visto che assistevo dalla finestra dell’abitazione dei miei nonni all’ingresso degli studenti del liceo Majorana quando le lancette segnavano le 10.00.
Secondo il dirigente scolastico Salvatore Giuliano: “c’è una stretta relazione tra le poche ore di sonno dei ragazzi e il minor livello di prestazioni per la memoria”. Così, non potendo intervenire concretamente sulle abitudini serali degli studenti adolescenti, si era deciso di agire sulle ore di sonno mattutine, posticipando l’ingresso scolastico.
Esperimenti del genere si continuano a ripetere in moltissime scuole di tutto il mondo, con risultati apprezzabili e sicuramente apprezzati dagli studenti. Risulta che, addirittura, in ben 9 Paesi degli Stati Uniti d’America la campanella di ingresso a scuola suoni tutti giorni regolarmente alle 10.00.
Sono in tanti gli Psicologi e gli assistenti sociali a essere convinti che la mancanza di sonno contribuisce ad acuire disturbi che vanno dalla depressione fino a varie forme di fragilità psicologica e che perciò insistono sull’effetto benefico dell’ingresso a scuola posticipato di almeno un’ora.
Social jetlag e disallineamento tra gli orari di sonno preferiti ed effettivi
Un recente studio condotto dall’Università di Pisa ha definito con l’espressione Social jetlag il disallineamento tra gli orari preferiti di sonno, definiti su base biologica, e quelli effettivi e dettati da impegni sociali come, per esempio, l’impegno scolastico. Il risultato di quello studio è che Social jetlag e privazione di sonno cronica possono provocare conseguenze negative su vari aspetti della fisiologia dei più giovani come rendimento scolastico e sportivo e l’apprendimento di nuove competenze
Tormentone a parte, assonnati o no, tra pochi giorni ci tocca: alle 8.00 tutti a scuola!
* Liceale at Liceo Giulio Cesare di Roma e Speaker radiofonica at Radio Roma Sound 90FM