sabato, 23 Novembre, 2024
Economia

Inflazione, gli aumenti dei carburanti ricadono sulle tasche dei consumatori

Faib Confesercenti riguardo all’aumento del costo dei carburanti dovuto particolarmente all’inflazione ha   rilevato che “quelli inerenti a benzina e gasolio, nel periodo luglio agosto 2023, rispetto allo stesso periodo del 2022, hanno registrato un consistente incremento. In particolare, nel mese di agosto 2023 i prezzi della benzina e del gasolio sono aumentati, rispetto a luglio, del 4.2% e del 7.3%, mentre rispetto ad agosto 2022 la benzina ha riscontrato un aumento dell’8% e il gasolio dell’1,9%. Aumenti che non hanno mancato di incidere pesantemente sulle gestioni il cui ricavo non è commisurato al prezzo al litro ma ai litri erogati/venduti”.

Aumenti danneggiano i gestori

“È evidente che l’aumento dei prezzi alla pompa danneggia i gestori carburanti allo stesso modo dei consumatori. In altre parole, se per ipotesi la benzina costasse 1 euro al litro, con 20 euro di rifornimento, il gestore avrebbe un guadagno di 80 centesimi; viceversa, con il costo a 2 euro il gestore guadagna appena 40 centesimi. Come si vede gli aumenti toccano, allo stesso modo dei consumatori, i gestori carburanti che non a caso sono fortemente preoccupati per la riconcorsa dei prezzi carburanti. Se i consumatori dimezzano la capacità di rifornimento, i gestori dimezzano il guadagno”, dice Giuseppe Sperduto, Presidente della Faib Confesercenti.

La riforma del comparto

“In questo senso a nulla è servito, come avevamo più volte denunciato, unitamente all’Antitrust e alle altre parti rappresentative della filiera, il cartello del prezzo medio che semmai ha favorito un allineamento verso l’alto dei prezzi praticati, che sono sempre e soltanto indicati dai titolari/proprietari degli impianti. Il Governo per incidere in modo significativo sul settore deve procedere celermente verso la riforma del comparto, secondo le indicazioni che gli attori della filiera hanno già fornito di ristrutturazione e riqualificazione della rete e di riforma della contrattualistica. Riteniamo essenziale anche mettere mano al riassetto fiscale del settore, contrastando l’ancora evidente evasione e introducendo, in via strutturale, le accise mobili che scatterebbero al superamento di una certa soglia, senza compromettere gli equilibri previsionali di bilancio dello Stato e senza conseguire extragettito a spese dei cittadini”, conclude Sperduto.

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