lunedì, 16 Dicembre, 2024
Economia

Inflazione. L’Italia frena, l’Europa stabile, attesa per le decisioni Bce

Il caro prezzi rallenta, la spesa migliora, ma il nodo sono i carburanti

Va ancora frenando l’inflazione grazie soprattutto alla sfiammata che viene dai beni energetici anche se il carrello della spesa, una volta alla cassa, resta relativamente pesante.
Nel mese di agosto si attesta a 5,5% su base annua, in calo rispetto alla proiezione di luglio che era 5,9%. La decelerazione è dovuta soprattutto al calo su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati, dei servizi culturali e per la cura della persona, degli alimentari non lavorati e dei trasporti. Prezzi al consumo in linea anche con il dato di Eurostat che segna un 5,3% per l’Europa. Buona anche la sfiammata dell’inflazione di fondo, che al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi rallenta ancora da 5,2% a 4,8%. I prezzi degli alimentari, per la cura della casa e della persona registrano un ulteriore rallentamento in termini tendenziali (da +10,2% a +9,6%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto subiscono un’accelerazione (da +5,5% a +7,0%).

La Bce in pausa

Dati che chiariscono poco, e meno ancora permettono di prevedere quello che succederà nei prossimi mesi, tanto che la Bce, tramite Isabel Schnabel, membro del Comitato esecutivo, ribadisce che i dati di oggi supportano la scelta di una pausa. Annche se ha subito aggiunto che una politica monetaria sufficientemente restrittiva è fondamentale per riportare l’inflazione al nostro obiettivo del 2% in modo tempestivo. L’inflazione di fondo, che è quella che conta per le decisioni della Bce, oggi è rallentata dal 5,5% di luglio al 5,3% di agosto, in linea con le aspettative. Vedremo cosa deciderà il Consiglio direttivo nella riunione fissata per il 14 settembre.

Segnale confortante

Quanto all’Italia, a influenzare gli andamenti, più di tutto, il prezzo del carburanti. E su questo anche Faib Confesercenti (che considera i mesi di luglio-agosto insieme) sottolinea che gli aumenti non hanno mancato di incidere pesantemente sulle gestioni il cui ricavo non è commisurato al prezzo al litro ma ai litri erogati/venduti. “È evidente che l’aumento dei prezzi alla pompa danneggia i gestori carburanti allo stesso modo dei consumatori”, dice Giuseppe Sperduto, presidente Faib Confesercenti, “e gli aumenti toccano, allo stesso modo dei consumatori, i gestori carburanti che non a caso sono fortemente preoccupati per la riconcorsa dei prezzi carburanti. Se i consumatori dimezzano la capacità di rifornimento, i gestori dimezzano il guadagno”.  Confcommercio, a sua volta, legge l’andamento come “segnale confortante” frutto dell’attenuarsi delle tensioni degli ultimo biennio. “Il ritorno a valori piu’ vicini a quelli sperimentati nel decennio precedente”, spiegano i commercianti, “potrebbe rappresentare un importante elemento per la tenuta della domanda da parte delle famiglie, sostenendo la crescita in un contesto internazionale molto complicato.” Anche Anir, che rappresenta le imprese di ristorazione collettiva aderenti a Confindustria, commenta positivamente il dato dell’inflazione, ma chiede al ministro del Made in Italy Urso, un tavolo di tutta la filiera per continuare in iniziative contro il caro prezzi.

L’inflazione tra gli europei

Anche l’Eurostat ha misurato l’inflazione di agosto nei paesi europei: il livello più alto nell’eurozona è’ stato registrato da Slovacchia (9,6%), Croazia (8,5%), Austria (7,6%) e Lituania e Germania (6,4%). Il tasso inflattivo più basso in Spagna e Belgio (2,4%). Ostinata si è confermata la crescita dei prezzi dei beni alimentari, dell’alcol e dei tabacchi, pari a ben +9,8%. In ascesa anche i prezzi dei servizi e di quelli energetici.

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