Lo scorso 30 agosto, soprattutto per via del mare mosso che ha bloccato le partenze, il numero di presenze all’hotspot di Lampedusa è sceso a circa mille migranti ospitati. Secondo il direttore Operazioni, emergenze e soccorsi della Croce Rossa italiana, Ignazio Schintu, è possibile che la fase più critica presso l’hotspot di Lampedusa sia passata, tuttavia, molti amministratori e sindaci, in diverse zone d’Italia hanno evidenziato importanti limiti del sistema di accoglienza.
Numeri decisamente più bassi
Il picco di presenze all’interno del centro d’accoglienza di Lampedusa è stato raggiunto pochi giorni fa con circa 4.300 ospiti, fra cui oltre 240 minori non accompagnati. Con l’ausilio di traghetti, navi e aerei, la Prefettura di Agrigento e la polizia hanno disposto numerosi spostamenti riuscendo a trasferire centinaia di persone ogni giorno. Ignazio Schintu in qualità di responsabile del centro d’accoglienza di Lampedusa, gestito dal mese di giugno dalla Croce Rossa, ha dichiarato: “Oggi quei numeri sono decisamente più bassi. Quello registrato nei giorni scorsi è stato un record nei numeri, ma già a luglio e prima a giugno avevamo affrontato situazioni di questo tipo. In tre mesi nell’hotspot sono passate oltre 49mila persone – evidenziando – oggi la struttura è pulita, chi entra all’hotspot riceve un kit di vestiario e igienico, può farsi una doccia, mangiare e riprendere il viaggio”.
Resta il problema dell’accoglienza
Attualmente, per via del mare mosso che ha bloccato le partenze e grazie ai regolari spostamenti effettuati da Prefettura e polizia, l’hotspot di Lampedusa è sceso sotto i mille migranti ospitati per la prima volta da tempo. Anche secondo la Croce Rossa è possibile che, con il mare agitato di questi giorni e con l’avvicinarsi dei mesi più freddi, le partenze diminuiscano. Nelle scorse settimane sono stati molti gli amministratori e i sindaci in diverse zone d’Italia che hanno denunciato i limiti del sistema di accoglienza. Dalla Sicilia il deputato regionale, Anthony Barbagallo, ha sottolineato: “Questo non significa che il problema dell’accoglienza sia risolto. Il Siracusano è in piena emergenza e il centro di accoglienza a Melilli, aperto appena sabato scorso, è già al massimo della sua capacità”.