Durante una conferenza giudiziaria in Wisconsin, il giudice della Corte Suprema, Amy Coney Barrett, ha affermato di aver accolto con favore il controllo pubblico della corte. Tuttavia non ha espresso opinioni sulla possibilità che la corte debba cambiare il proprio modo di operare di fronte alle recenti critiche, né ha parlato direttamente delle recenti richieste, inviate ai giudici, per l’istituzione di un codice di condotta ufficiale. La Barrett ha risposto alle domande di Diane Sykes, giudice capo della 7a Corte Circondariale degli Stati Uniti, in una conferenza alla quale hanno partecipato giudici, avvocati e personale del tribunale. L’evento avviene in un momento in cui la fiducia del popolo nella corte è ai minimi negli ultimi cinquant’anni. Questo, a seguito di una serie di sentenze polarizzanti, tra cui il ribaltamento della Roe contro Wade e le protezioni federali sull’aborto dello scorso anno.
Educazione civica
Il Giudice non ha parlato delle questioni etiche che hanno perseguitato alcuni suoi colleghi, tra cui i conservatori Clarence Thomas e Samuel Alito e la liberale Sonia Sotomayor. “Il controllo pubblico è il benvenuto – ha affermato la Barrett -. Aumentare e potenziare l’educazione civica è sempre positivo”. Amy Coney Barrett, 51 anni, ha affermato che l’immediatezza e la quantità di informazioni disponibili hanno alimentato un maggiore controllo della Corte Suprema. “Non si leggono più le notizie quotidianamente sul giornale cartaceo – ha continuato –. Oggi le informazioni si acquisiscono continuamente attraverso il cellulare, corredate dalle foto delle persone”. La Barrett ha ricordato che prima della nascita di Internet, quando era impiegata legale, le persone visitavano regolarmente la Corte Suprema e chiedevano ai giudici del tribunale di scattare loro foto o di avere indicazioni perché non sapevano chi fossero. “La gente semplicemente non riconosceva chi fossero i giudici – ha aggiunto -. Penso che ora sia meglio, perché i giudici dovrebbero essere sempre riconoscibili”.