Secondo l’ultimo sondaggio dell’Osservatorio Mecspe, il 73% delle imprese manifatturiere hanno in programma un percorso di crescita entro i prossimi due anni. In particolare, un terzo ha intenzione di farlo dimensionalmente, un quarto ampliando la produzione in nuovi settori e il 15% puntando sull’internazionalizzazione. Non solo, tanti imprenditori (ben il 26%), sempre nei prossimi due anni, guardano con interesse alle operazioni straordinarie come fusioni e acquisizioni. Per quanto riguarda le modalità per reperire le risorse economiche, sebbene la maggior parte attingerà dal capitale già a disposizione (53%), sono in aumento le aziende che valuteranno la partecipazione a bandi pubblici (31%) e l’ingresso di nuovi soci (12%).
Valore e innovazione
L’industria manifatturiera ha un effetto positivo, diretto e indiretto, sul tessuto socioeconomico italiano, oltre ad avere un impatto importante nella vita delle persone. Automotive, alimentare, energia e aerospaziale, non c’è settore dove le imprese manifatturiere negli ultimi anni non abbiano portato valore e innovazione. Per questo è importante valutare lo stato di salute del settore, non solo dal punto di vista economico, ma anche verificando la propensione degli imprenditori alla “crescita”.
Sostenibilità e formazione
I dati mostrano quindi un comparto, quello manifatturiero, vivo e dinamico, ma che ha bisogno di una guida che aiuti le imprese a comprendere il mercato in tutti i suoi aspetti. Ed è proprio questo il ruolo di Mecspe, che ritorna a Bari a novembre con tante iniziative ed eventi per facilitare le imprese in questa fase di sviluppo puntando su temi essenziali per tutta l’industria manifatturiera, come quelli della sostenibilità e della formazione. Per rendere le imprese manifatturiere più digitali e green sicuramente gli aiuti economici hanno un ruolo fondamentale ma su questo ci sono luci (molte) e ombre: il 55% delle imprese ha infatti già usufruito degli incentivi statali Industria 4.0 e quattro su dieci hanno investito oltre 500mila euro, con il 13% che ha superato i 3mln di euro.
Le misure non bastano
Eppure, secondo gli imprenditori, le misure adottate non bastano, ma non si tratta di una bocciatura completa: quasi la metà delle imprese giudica i provvedimenti insufficienti ma comunque importanti per l’innovazione, mentre solo per il 12% sono totalmente inadeguati. Guardando agli incentivi che le imprese richiederanno nel 2023, il più gettonato è il credito d’imposta beni strumentali per la trasformazione digitale (47%), seguito da quello formazione 4.0 (37%) e dagli incentivi per l’innovazione area ricerca e sviluppo (27%).