“Si ripete spesso che degli avvenimenti troppo vicini a noi non si può fare storia ed è vero. Ma non è semplice capire il perché di questa impossibilità: la vicinanza cronologica dell’evento è solo l’aspetto esteriore di una difficoltà di giudizio che è, nella sostanza, molto più profonda e complessa. “ Cosi scriveva Pietro Scoppola su questo quotidiano il 19 marzo 1979. Ma la storia cambia, e le persone mutano, passano dalla partecipazione contemplata alla partecipazione attiva proprio come ci ricorda J. Maritain mediante l’umanesimo dell’impegno. Quando penso alla terza missione della conoscenza e delle università come agorà del sapere rileggo spesso il passo di Fabiano Longoni e Stefano Zamagni cioè “non si riesce a transitare dal livello della inventiva al livello della innovatività”.
La società della conoscenza dinanzi alle sfide attuali ha l’opportunità di esserci, di accompagnare l’homo novus, la persona “nuova” riflettendo quotidianamente sul vento di cambiamento che è in atto. La terza missione della conoscenza che a breve entrerà nella “quarta missione” al fine di contribuire “uniti” al superamento delle disuguaglianze sociali nelle loro diverse forme, ha già incontrato l’Agenda 2030 ONU sullo sviluppo sostenibile, l’Enciclica Sociale Laudato Si di Papa Francesco e il Metaverso nelle sue diverse dimensioni digitali.
Ma il “nuovo” è già in laboratorio. “Nella nostra galassia ci sono quattrocento miliardi di stelle, e nell’universo ci sono più di cento miliardi di galassie. Pensare di essere unici è molto improbabile” (Margherita Hack) . Mi ha molto colpito la riflessione di Giovanni Scarafile sulle pagine di Avvenire del 3 agosto 2023 quando evidenzia gli studi e le ricerche del politologo indiano Parag Khanna. Khanna ha richiamato l’importanza della “interconnessioni-grafia” (connecto-graphy) cioè “suggerendo una nuova interpretazione del mondo, incentrata sulle interconnessioni tra individui, città, regioni e nazioni, piuttosto che sui tradizionali confini geografici e politici” (Giovanni Scarafile). La terza missione della conoscenza e dell’università ha nuovi interrogativi a cui rispondere. Mentre è in corso lo sviluppo della quarta missione, la successiva è già “sole che filtra tra la nebbia” per citare il poeta Mogol. Se da una lato lo sviluppo umano integrale e dall’altro l’ecologia integrale e l’umanesimo sociale si collocano come sponda riformista e strumento di intervento progressista per porre al centro la persona, la società della conoscenza diviene “circolare”, quindi “conoscenza circolare”.
Dice sempre Scarafile come garantire l’accesso alla connettività per tutti? Come navigare nel sovraccarico informativo? L’apprendimento e la conoscenza digitale ha ampliato le voci e le realtà che dobbiamo considerare in spirito inclusivo (vedi, aggiungo, l’ obiettivo 4 e l’obiettivo 11 Agenda Onu 2030). Umanesimo digitale che nella sua antropologia diventa “connectografia sociale” rendendo “circolare” la conoscenza e il sapere scientifico quale sviluppo e volano del territorio e della comunità globale. Qui si genera un nuovo modello interconnesso di sviluppo come dice Scarafile: “unire persone e luoghi attraverso le reti di connettività e svelare la ricchezza delle visioni del mondo”.