lunedì, 16 Dicembre, 2024
Esteri

Madri preoccupate per l’acqua scaricata dalla centrale nucleare di Fukushima

In un laboratorio al terzo piano di un edificio anonimo, un gruppo di volontari versa l’acqua da taniche di plastica attraverso filtri in grandi recipienti dal fondo rotondo. Altri tritano il pesce essiccato e altri alimenti e li mettono in piccoli frullatori delle dimensioni di un macinacaffè. Queste persone non sono scienziati qualificati. Sono madri preoccupate per l’eredità lasciata ai loro figli dopo la decisione di rilasciare nell’Oceano Pacifico l’acqua radioattiva trattata dalla centrale nucleare distrutta di Fukushima. Lo scarico graduale di circa 1,3 milioni di tonnellate di acque reflue è iniziato giovedì scorso. Il governo giapponese e l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), ovvero l’organismo di vigilanza nucleare delle Nazioni Unite, stanno assicurando ripetutamente sulla non pericolosità dell’operazione. Tuttavia, a circa 40 miglia di distanza, nel laboratorio dove vengono analizzati i campioni di acqua prelevati dalla costa vicino all’impianto, la direttrice del laboratorio, Ai Kimura, ha detto di essere preoccupata che gli scarichi possano rovinare l’ecosistema in questa zona della costa centro-orientale del Giappone. “Mi preoccupa l’eredità negativa, che è la contaminazione – ha detto la quarantaquattrenne Kimura – Si tratta di un’eredità negativa per i nostri figli”. L’acqua rilasciata, sufficiente a riempire 500 piscine olimpioniche, è stata utilizzata per raffreddare le barre di combustibile nei reattori della centrale nucleare di Fukushima.n terremoto di magnitudo 9.0 e uno tsunami nel 2011 hanno innescato una fusione che ha espulso sostanze radioattive e contaminato l’aria. Si tratta del peggiore incidente nucleare del mondo dai tempi di Chernobyl nel 1986, in quella che allora era l’Unione Sovietica. Sebbene l’acqua venga filtrata e diluita per rimuovere la maggior parte degli elementi radioattivi, contiene ancora bassi livelli di trizio, un isotopo dell’idrogeno difficile da eliminare.

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