Aumentano le tensioni tra l’ufficio del Sindaco di New York City e il governo federale e dello Stato su come gestire gli oltre 58.000 richiedenti asilo ora affidati alle cure della città. L’amministrazione Biden sta cercando di prendere tempo a proposito di una soluzione rapida proposta dallo Stato e dalla città. Molti migranti, alcuni dei quali spediti a New York dai governatori repubblicani del Sud, hanno dormito per strada, in quanto hotel e rifugi hanno raggiunto la capienza massima. Attualmente si stanno convertendo luoghi di culto e scuole per ovviare alla mancanza di dimore per i migranti. Gli oppositori a quest’ultima soluzione hanno protestato a Brooklyn, Staten Island e nel Queens.
Mancano le risorse
Il Sindaco democratico Eric Adams ha ripetutamente incolpato l’amministrazione Biden per aver negato alla città maggiori risorse per ospitare i migranti e per non aver accelerato la loro autorizzazione al lavoro. “Lo diciamo dall’anno scorso – ha dichiarato il Primo cittadino – abbiamo bisogno che il governo federale permetta ai richiedenti asilo di lavorare, in modo che possano provvedere a sé stessi e alle loro famiglie. Perché il governo federale non accelera l’autorizzazione al lavoro per le decine di migliaia di richiedenti asilo nel sistema di accoglienza della città di New York?”. Secondo due alti funzionari del Dipartimento per la Sicurezza Nazionale, l’amministrazione ha le mani legate a causa di una norma che impone ai richiedenti asilo di attendere 180 giorni prima di richiedere l’autorizzazione al lavoro. I funzionari hanno detto che ci vorrebbe un atto del Congresso per cambiare la legge. Ma l’amministrazione Adams ha proposto un’altra soluzione al problema: garantire lo status di protezione temporanea a determinate nazionalità, come i venezuelani, che consentirebbe loro di richiedere immediatamente un permesso di lavoro.