Più di tre quarti dei laureati in Italia trova lavoro entro un anno, soprattutto al nord, ma le aziende, sempre di più, richiedono competenze digitali e “soft skills” (risolutori di problemi). Ricercatissimi account manager, responsabili logistica e distribuzione ed esperti contabili. Sono i risultati di una ricerca realizzata da Randstad e Fondazione per la Sussidiarietà presentata al Meeting di Rimini che analizza gli annunci di lavoro online dell’intero 2022. Una laurea in Italia è un importante fattore di protezione dall’inoccupazione. A un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione dei laureati è il 75% per il primo livello e il 77% per i magistrali biennali, per arrivare al 90% per entrambi dopo cinque anni. Tuttavia, la quota di laureati tra i 25 e i 34 anni in Italia nel 2021 è il 21%, un livello tra i più bassi dei paesi Ocse.
Laureati, i meno disoccupati
“La quota dei laureati tra i 25 e i 34 anni in Italia è tra le più basse nei paesi Ocse”, commenta Marco Ceresa, Group ceo di Randstad Italia, “eppure l’indagine ribadisce che una laurea in Italia oggi è ancora un importante fattore di protezione dall’inoccupazione. È fondamentale, quindi, mettere in campo azioni concrete per contrastare la dispersione scolastica e incentivare i giovani a proseguire gli studi.” Le selezioni aziendali e i percorsi accademici “guardano ai voti”, spiegano i ricercatori, ma badano anche “sempe di più allo sviluppo di competenze trasversali e soft skill come l’apertura mentale, la capacità di collaborare, la sicurezza, la creatività o il problem solving”.
Competenze digitali
Le competenze digitali, secondo la ricerca Randstad-FpS, sono richieste in quasi tutti gli annunci online, con picchi del 61% nell’ICT e del 53% nella statistica. Ma l’incidenza del digitale è significativa anche negli annunci relativi a marketing (19%) e area giuridica (15%). Le soft skill si rivelano importanti per tutte le aree: almeno una competenza su cinque per svolgere la professione è trasversale. Le soft skill più richieste sono: “saper lavorare in gruppo”, “sviluppare idee creative”, “adattarsi al cambiamento”, “comunicare con i clienti”, “autonomia”, “identificarsi con gli obiettivi aziendali.” Le skill trasversali, infine, sono importanti per tutte le aree, e ancor di più nelle aree disciplinari votate al rapporto umano e all’interazione, come per quella dell’educazione e formazione, psicologia e giuridica (53%).
Più richieste in Lombardia
Le posizioni di lavoro offerte nel 2022 ai laureati per i 116 profili sono concentrate al Nord (70%). In testa tra le regioni c’è la Lombardia, con il 30% degli annunci, seguita dall’Emilia Romagna (13%), dal Veneto (13%) e dal Lazio (11%). La Campania, dove c’è uno dei più elevati tassi di disoccupazione giovanile, raccoglie solo il 5% degli annunci. Le aziende sono alla ricerca principalmente di laureati in discipline tecniche e scientifiche, ma prendono in considerazione anche le lauree umanistiche. Le imprese valutano soprattutto la carriera universitaria, ma poi si concentrano su soft skill e attitudini personali dei candidati.
Sinergia aziende-atenei
Dall’indagine qualitativa su un panel di direttori del personale di aziende italiane, emerge che il canale privilegiato per reclutare neolaureati sia la collaborazione con l’Università, ma sono utilizzati anche siti web aziendali, passaparola e agenzie per il lavoro. Infine le aziende ritengono che l’università possa svolgere un ruolo importante per ridurre il mismatch tra domanda e offerta di laureati: gli atenei dovrebbero investire più nello sviluppo delle soft skill, incrementare la professionalizzazione dei percorsi di laurea magistrale e rafforzare l’orientamento.