Lo scorso 18 e 20 agosto sono stati segnalati, rispettivamente, dalla Regione Lombardia e dalla Regione Lazio due casi confermati di Dengue, infezione virale causata dalle punture di zanzare che hanno a loro volta punto a persona infetta. I suddetti casi non sono correlati a viaggi in zone endemiche per l’infezione. Il Ministero della Salute ha altresì reso noto che i due pazienti sono in via di guarigione e sono state attivate tutte le procedure per la profilassi e la disinfestazione dei luoghi coinvolti. Per le ambedue circostanze il Centro Nazionale Sangue e il Centro Nazionale Trapianti hanno attivato tutti i provvedimenti necessari per la prevenzione della trasmissione da donazione di sangue ed emocomponenti da donatori potenzialmente viremici asintomatici e le Regioni hanno avviato le misure di monitoraggio e controllo dei vettori nei luoghi frequentati dai casi, come previsto dal Piano Nazionale per la Sorveglianza Prevenzione e Risposta alle Arbovirosi (PNA) 2020-2025, attivo su tutto il territorio italiano. Questo evento si inserisce nel contesto europeo nel quale il virus Dengue è trasmesso tramite la zanzara Aedes albopictus, stabilmente presente ormai in gran parte dell’Europa.
Le origini
Il Dengue è causato da quattro virus molto simili (Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4) ed è trasmesso agli esseri umani dalle punture di zanzare che hanno punto una persona infetta. Non si ha alcun contagio diretto tra esseri umani, anche se l’uomo è il principale ospite del virus. Il virus circola nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni e in questo periodo la zanzara può prelevare il virus e trasmetterlo ad altri. Conosciuta da oltre due secoli, il Dengue è particolarmente presente durante e dopo la stagione delle piogge nelle zone tropicali e subtropicali di Africa, Sudest asiatico e Cina, India, Medio Oriente, America latina e centrale, Australia e diverse zone del Pacifico. Negli ultimi decenni, la diffusione di questa virosi è aumentata in molte regioni tropicali. Nei paesi dell’emisfero Nord, in particolare in Europa, costituisce un pericolo in un’ottica di salute globale, manifestandosi principalmente come ‘malattia di importazione’; il suo incremento è dovuto alla aumentata frequenza di spostamenti di merci e di persone.
In Italia
Dall’inizio del 2023 in Italia sono stati identificati 79 casi importati, che non differiscono per caratteristiche cliniche e decorso da quelle autoctone. L’Istituto Superiore di Sanità ha reso disponibile on line, nel proprio sito istituzionale, gli ultimi dati del sistema di sorveglianza nazionale integrata delle arbovirosi (ossia zoonosi causate da virus trasmessi da vettori artropodi, ad esempio, zanzare o zecche). Nello specifico i due casi sono stati segnalati all’ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control). Il Ministero della Salute, con il supporto dell’Istituto Superiore di Sanità, così come da PNA, sta monitorando la situazione su tutto il territorio nazionale, proseguendo le indagini epidemiologiche ed entomologiche per verificare luoghi di esposizione e le eventuali catene di trasmissione.