Esattamente sette anni, alle 3,36 del 24 agosto, ci fu il devastante terremoto (magnitudo 6.0) che devastò il Centro Italia, coinvolgendo in primis Marche, Abruzzo e Lazio. I Comuni maggiormente coinvolti furono Arquata del Tronto, Accumuli e Amatrice, ma anche Norcia, Visso, Castelsantangelo sul Nera, Ussita, Pescara del Tronto e altri ancora.
Un vero e proprio dramma, con 300 morti (di cui solo 239 ad Amatrice che stamattina ha ricordato le sue vittime con 239 rintocchi di campana) e circa 40mila sfollati, molti dei quali ancora oggi in grande difficoltà.
Una tragedia che porta i suoi risvolti ancora oggi, a causa di una ricostruzione che comunque stenta a decollare.
Lo sa bene il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che parla appunto di lavori incompleti: “Purtroppo, a sette anni dal terremoto la ricostruzione è ancora incompiuta. È una ferita che non si è chiusa e fa ancora male. Oltre quattordicimila famiglie vivono tuttora lontane dalle loro case, molti territori faticano a tornare alla normalità, diversi i ritardi da colmare e le criticità che rimangono da affrontare”.
Per il Premier si è trattata di una vera e propria catastrofe “che rimarrà per sempre nella nostra memoria collettiva”. Per Meloni ora l’obiettivo è quello di ricostruire questi comuni colpiti dal terremoto con un cambio di passo da parte dell’esecutivo: “Non è solo un obbligo morale delle istituzioni, ma può rappresentare anche uno straordinario volano per l’economia nazionale”.