mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Attualità

Onu: “In India diminuisce l’indice di povertà”

Recentemente l’Onu ha elogiato il governo di Nuova Delhi per i risultati raggiunti sulla riduzione della povertà in India negli ultimi 15 anni. Secondo il rapporto del Programma di sviluppo delle Nazioni unite (UNDP) e dell’Oxford Poverty and Human Development Initiative (OPHI) dell’Università di Oxford, l’intensità della povertà nel Paese si è ridotta dal 47,1% (nel periodo 2015-16) al 44,4% nel 2019-21; più nel dettaglio, 415 milioni di indiani sono usciti dalla povertà. Il dato elaborato dalle due organizzazioni si basa su ‘l’indice multidimensionale di povertà’, metodologia sviluppata che definisce se un individuo si trovi in una o più dimensioni di povertà, secondo la propria condizione di salute (mortalità infantile, malnutrizione), la propria educazione (scolarità) e la condizione riguardante gli standard personali di vita (servizi igienici, acqua, metodo cottura cibo). Il report dell’indice multidimensionale mostra che in India le persone svantaggiate in base al tasso di denutrizione sono passate dal 44,3% del 2005-2006 all’11,8% del 2019-2021. La mortalità infantile è passata dal 4,5% all’1,5%.

Il problema della povertà

Le persone prive di combustibile per cucinare sono passate dal 52,9% al 13,9%, quelle senza accesso a servizi igienici adeguati sono scese dal 50,4% all’11,3%. Gli indiani svantaggiati in termini di accesso all’acqua potabile sono passati dal 16,4% al 2,7%, mentre le persone prive di elettricità o di alloggio sono diminuite passando rispettivamente dal 29% al 44,9% e dal 2,1% al 13,6%. Tuttavia, nonostante i progressi mostrati nel report in cui circa il 10% della popolazione indiana continua a essere povera, un complesso problema riguarda la disponibilità di dati nazionali. In India l’ultimo censimento (che avviene con cadenza decennale) risale al 2011 poiché il governo nel 2021, a causa della pandemia da Covid-19, ha deciso di rimandare un nuovo rilevamento. Il numero di persone svantaggiate, dunque, potrebbe essere notevolmente cresciuto. “Urge un nuovo censimento” ha dichiarato Amaresh Dubey, economista al National Council of Applied Economic Research di New Delhi “coloro che non partecipano direttamente al processo di crescita hanno bisogno di essere aiutati attraverso programmi di riduzione della povertà”.

Prestiti agevolati

Il governo indiano corrisponde 1.000 rupie al mese (circa 11 euro) a ciascun individuo sotto la soglia di povertà che vive nelle zone metropolitane e 816 rupie (9 euro) nelle aree rurali. La legge indiana prevede anche che queste persone accedano a prestiti agevolati per l’acquisto di un alloggio. Da un’indagine condotta dall’economista Madhura Swaminathan dell’Indian Statistical Institute di Calcutta, che aveva valutato l’importo elargito utilizzando il valore ‘classico’ per la povertà, ossia il reddito, era emerso che tale soglia non permetterebbe alla popolazione una dieta sana, né l’accessibilità a servizi di base. Gli stessi esperti avevano suggerito al governo indiano di alzare la soglia a 3,2 dollari al giorno. Secondo i dati rilevati durante questo studio gli indiani in condizioni svantaggiate oggi sarebbero oltre il 26% della popolazione.

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