venerdì, 17 Gennaio, 2025
Attualità

Comunità energetiche rinnovabili, spuntano le Parrocchie green

Monsignor Santoro: Cei e diocesi pronte. Il Governo: dalla Ue risposta entro l'11 settembre

Le “parrocchie green” si notano al meeting di Rimini e sono pronte per attivare le Comunità Energetiche Rinnovabili. Già dallo scorso febbraio la Cei aveva sollecitato la transizione ecologica e poi monsignor Filippo Santoro, arcivescovo emerito di Taranto, aveva calcolato che se ciascuna delle 25.610 parrocchie del nostro paese costituisse almeno una comunità energetica per produrre 200 chilowatt, o facesse nascere più comunità che arrivano complessivamente a quella produzione di energia, si sarebbe dato un contributo notevole con 5,2 gigawatt di nuova produzione da fonti rinnovabili. A Rimini, in questi giorni, monsignor Santoro è in prima fila per sostenere la scelta delle Cer (Comunità energetiche rinnovabili) sollecitando le parrocchie a promuoverle o partecipare. “La Cei”, ha spiegato, “ha aperto un tavolo costante di lavoro per favorire in tutte le diocesi e in tutte la parrocchie la costituzione di comunità rinnovabili, proposta creata durante la 49esima Settimana Sociale che si è svolta a Taranto. Abbiamo bisogno di circa 7 gigawatt di nuova produzione da fonti rinnovabili se vogliamo raggiungere l’obiettivo di emissioni nette zero nel 2050”.
Parrocchie green contro il CO2 Secondo l’idea di Mons. Santoro si può arrivare a diminuire l’emissione del 2% di CO2 nel 2030 e si può raggiungere l’obiettivo di eliminare totalmente le emissioni nel 2050. “Una prospettiva”, secondo monsignor Santoro, “ per la quale la Chiesa italiana si è messa in cammino per investire nelle parrocchie. Certo, non si può fare in tutte; c’è da studiare soluzioni e poi vanno rispettati i decreti del governo, però che grande progresso che si riuscirebbe a fare”. Del resto l’impegno verso la sostenibilità e la decarbonizzazione poggia anche sull’enciclica di Papa Francesco, Laudato Si’, che è un riferimento imprescindibile anche per i non cattolici.

Fondi, ritardi e interventi

A Rimini, durante un dibattito sulle Cer, è intervenuto anche il governatore pugliese, Michele Emiliano, che ha ricordato come “fin dal 2019 la Regione Puglia ha emanato una legge sulle comunità energetiche, che ha ispirato immediatamente diversi luoghi tra cui Biccari che è già partita in questa direzione”. Ma il Governatore ha anche fatto notare che “nonostante in Puglia siano già stati investiti 14 milioni di euro per sostenere la creazione delle Comunità energetica il processo è ancora bloccato”. Intanto da mesi il Governo italiano sta aspettando il via libera da Bruxelles dove, però, il decreto per attivare le Cer è ancora fermo per il vaglio della Commissione Europea. Ritardo che non è stato spiegato. Il testo, inviato dal Governo alla Commissione, prevede due macro interventi. Il primo consiste in un’incentivazione per chi si associa nelle comunità energetiche con una premialità per l’autoconsumo e tariffe distinte per fasce di potenza. Il secondo aspetto è legato allo stanziamento di 2,2 miliardi di risorse del Pnrr per il finanziamento a fondo perduto fino al 40% dei costi di realizzazione di un nuovo impianto (o di potenziamento di un impianto esistente) per i piccoli Comuni, ovvero quelli che non superano i 5mila abitanti. Sono interessati dal decreto tutti i settori dell’energia pulita: fotovoltaico, eolico, idroelettrico e biomasse.

Ue, risposta entro l’11 settembre

E infatti su questa questione Mario Antonio Scino, Capo di Gabinetto Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha ribadito che “i soldi ci sono, gli incentivi ci sono” e che il prossimo “11 settembre scade il termine per la risposta e stiamo organizzando una delegazione per andare a chiudere la vicenda a Bruxelles.” Per Fabrizio Iaccarino, Responsabile Sostenibilità e Affari Istituzionali Enel Italia, occorre “rimanere al passo con i tempi”. “Oggi Enel produce solo il 18% dell’energia elettrica italiana perché abbiamo quasi 2 milioni di produttori che siamo noi. Come società di distribuzione dell’energia elettrica”, ha aggiunto, “allacciavamo circa 60mila impianti da rinnovabili l’anno in tutta Italia, l’anno scorso 200mila, quest’anno al 30 luglio siamo a 220mila e supereremo le 350mila proiezione a fine anno”.

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