Lo hanno aggredito e percosso per circa mezz’ora prima che qualcuno scendesse in strada ad aiutarlo. Un tassista romano 46enne è stato picchiato e rapinato nella zona di Montespaccato, dove aveva appena condotto quattro persone.
I clienti – tre ecuadoriani e una ragazza italiana – erano saliti sull’auto pubblica in via Casilina per poi farsi accompagnare in una strada isolata, poco prima dell’alba.
Qui, secondo una prima ricostruzione dei fatti, le cose sarebbero precipitate, nel senso che, dopo una discussione sui soldi da spendere tra di loro, avrebbero improvvisamente aggredito il conducente in attesa di incassare il compenso della corsa. Un residente ha filmato la scena e in poco tempo il video è diventato virale. Quello che colpisce, in particolare, sono le urla disperate della vittima nell’indifferenza generale, perché, almeno inizialmente, nessuno ha mosso un dito per aiutarlo. Insomma diventa sempre più difficile – e rischioso – esercitare l’attività di tassista nelle grandi città, specie durante le ore notturne, quando è più elevata la probabilità di far salire a bordo del proprio veicolo persone poco raccomandabili che pretendono di usufruire del trasporto a sbafo o, peggio ancora, tentano di rapinare il povero lavoratore lontano da occhi indiscreti.
Ne abbiamo parlato con Vincenzo Donzelli, segretario provinciale dell’Unione Tassisti d’Italia.
Che idea si è fatto di quello che è accaduto a Roma?
“Ho visto il video del collega romano vittima di un’aggressione. Mentre ascoltavo le sua urla si è avvicinato mio figlio che mi ha domandato: papà è successo anche a te?”.
E lei cosa gli ha risposto?
“L’ho abbracciato e rassicurato che una cosa del genere non mi è mai accaduta”.
Ma…
“In cuor mio so bene che episodi come questo possono succedere in qualsiasi momento a chi fa il nostro lavoro”.
Come si può uscire da questo tunnel?
“Tempo addietro, come sindacato, abbiamo sollevato il problema e siamo riusciti a far sì che parte dei taxi di Napoli, Roma e Milano fossero dotati di videosorveglianza”.
In che modo?
“Dopo aver sottoscritto, come Unione Tassisti d’Italia, un protocollo di intesa con l’Ania, l’associazione nazionale delle imprese di assicurazione ha donato seicento telecamere da installare sui taxi delle principali metropoli. Il che è puntualmente avvenuto, coinvolgendo anche i colleghi iscritti ad altre sigle. È evidente che questa iniziativa, da sola, non è sufficiente a garantire più sicurezza. Tale obiettivo richiede il coinvolgimento reale, e non a chiacchiere, delle istituzioni locali”
Che cosa si sentirebbe di dire al suo collega romano?
“Approfitto della occasione che mi viene fornita dal vostro giornale per esprimergli tutta la mia solidarietà. Il Governo deve capire che non abbiamo solo i doveri del servizio pubblico…”.