Il dopo Ferragosto proietta i cittadini verso nuovi pensieri e conti da riconsiderare per l’autunno. La prima metà di agosto non ha portato buone notizie, ad iniziare da quel 17,2%, ovvero 2,9 milioni di italiani che ha rinunciato alle vacanze per evitare i prezzi in forte rialzo; ad infiammare le aspettative i costi dalla benzina di nuovo in crescita – malgrado gli accordi sul contenimento delle tariffe -, l’inflazione alimentare è balzata in pochi giorni a +10,5 %. In mezzo al turbinio ci sono le famiglie costrette a tagliare gli acquisti, come annota la Coldiretti.
Le spese impreviste
Una stima puntuale delle difficoltà arriva da Assoutenti che, analizza 5 voci di spesa, che portano a più 1.600 euro a famiglia come maggiori e imprevisto esborsi.
Una cifra che annulla già le possibilità di beneficiare di pensioni e salari più alti come previsto dal Governo con i tagli Irpef sulle buste paga e il conguaglio sull’inflazione per gli assegni pensionistici. L’attenzione delle famiglie è rivolta principalmente al carrello della spesa. È la prima voce da tener d’occhio “oggi i prodotti alimentari nel loro insieme costano il 10,7% in più rispetto allo scorso anno”, evidenzia Assoutenti, “un trend che se dovesse confermarsi anche nei prossimi mesi porterebbe la spesa per cibi e bevande di una famiglia tipo a salire nel periodo settembre-dicembre di ben +205 euro rispetto allo stesso periodo del 2022”.
L’iniziativa del Governo
Il Governo ha annunciato un suo intervento per il calmieramento dei prezzi, ma la filiera agroalimentare non vede tutti i protagonisti d’accordo. I vertici dell’industria alimentare, ad esempio, non sono intenzionati a firmare e se ci sarà una intesa, sarà a ribasso per i consumatori. Le stime – se scatterà un livellamento di prezzi – indicano un possibile risparmio di circa 150 euro a famiglia, in termini complessivi sono 4 miliardi in meno sulle spalle dei cittadini. Nel contempo mangiare nei ristoranti e consumare nei bar sarà più caro: l’aggravio di spesa sarà di circa +28 euro a famiglia in 4 mesi.
La denuncia di Assoutenti
Sull’iniziativa di Governo grava il no o, comunque le resistenze dei produttori. Punto sul quale insorge Assoutenti.
“Contro produttori e industrie che si oppongono al paniere anti-inflazione varato dal Governo stiamo valutando un esposto all’Antitrust per la possibile fattispecie di cartello a danno dei consumatori”, annuncia Assoutenti, che sta esaminando le azioni legali da intraprendere contro chi ostacola il paniere salva spesa e le misure per tutelare le tasche delle famiglie italiane.
Settore food nel mirino
“L’industria alimentare italiana è al primo posto per fatturato dei settori manifatturieri d’Italia, raggiungendo i 179 miliardi di euro all’anno, con un export che supera i 50 miliardi di euro”, puntualizza il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi, “Il settore food ha registrato una crescita del 12% nel 2022, che proseguirà nel biennio 2023-2024 con tassi superiori al Pil. Dati che attestano come ci siano margini per una riduzione dei prezzi nel comparto alimentare rinunciando ad una parte dei profitti, e come l’ostruzionismo di industria e produttori verso iniziative tese a far scendere i listini al dettaglio sia del tutto pretestuoso”.
I costi che non ti aspetti
Come è noto non si vive di solo pane, e se il carrello della spesa genera preoccupazioni, ci sono altre spese che sono altrettanto importanti per una famiglia. È il caso dei costi già annunciati in aumento, del materiale scolastico. I prodotti di cartoleria registrano un incremento medio del 9,2% su base annua.
Il corredo: zaino, diario, astuccio, penne, matite, quaderni, righe e righelli, per l’intero anno scolastico, costerà 50 euro in più rispetto al 2022, a cui si dovranno aggiungere i rincari per i libri di testo con in più 45 euro, e alla fine facendo tutti i calcoli della tabellina, l’aggravio totale per la voce “scuola” è pari a +95 euro a studente.
Le sorprese amare
A salire sull’albero di una cuccagna all’inverso, invece di doni già pendono le amare sorprese. La mobilità, altra voce incomprensibile. richiederà una spesa in crescita. “Se i listini alla pompa dovessero mantenersi ai livelli attuali, la spesa per i rifornimenti, ipotizzando due pieni al mese a famiglia, salirebbe nell’ultimo quadrimestre per un totale di 103 euro a nucleo rispetto a quanto speso negli stessi 4 mesi del 2022”, calcola Assoutenti. C’è poi l’asticella sempre più in alto dei mutui che, se ancora ritoccata, risulterà invalicabile, per molte famiglie. Osserva ancora Assoutenti, “ipotizzando un ritocco dei tassi dello 0,25% nelle prossime riunioni della Bce, la spesa per le rate mensili del periodo settembre-dicembre risulterebbe più cara complessivamente di circa +1.170 euro rispetto al 2022”.
Casa e auto, polizze in salita
Sempre cercando tra i rincari che sono quotidianamente meno vistosi ma che sono ineludibili, spuntano le assicurazioni. L’Aiped, l’Associazione Italiana Periti Estimatori Danni, già segnala aumenti dei costi per le polizze connesse alle abitazioni nell’ordine del +9,1% annuo, mentre l’Rc auto risulta in salita del +3,3% rispetto allo stesso periodo del 2022, percentuale che calcola Aiped, Luigi Mercurio, presidente dell’Associazione periti, “porta la tariffa media a 374 euro a polizza e determina una maggiore spesa per gli assicurati pari a 390 milioni di euro”.
Due aspettative positive
Sia Coldiretti che Assoutenti indicano due possibilità per abbattere i costi. Sono ipotesi che si reggono su una iniziativa del Governo e sugli effetti positivi del Piano nazionale di ripresa che nel sostenere l’agricoltura può rivelarsi un alleato delle famiglie e delle imprese.
“Gli italiani devono prepararsi ad una stangata autunnale causata dai forti incrementi di prezzi e tariffe in diversi settori, ma c’è una novità”, commenta il presidente Assoutenti Furio Truzzi, “Il prossimo ottobre scatterà infatti il paniere trimestrale anti-inflazione voluto dal Governo, una misura che potrebbe determinare risparmi in favore delle famiglie. Un eventuale abbattimento dei prezzi del 10% per il carrello della spesa nei tre mesi di applicazione del paniere determinerebbe un risparmio medio di 155,3 euro a trimestre per la famiglia tipo, di cui circa 140 euro solo per la spesa alimentare”.
Effetto Pnrr sui costi
Con l’inflazione alimentare al +10,5 % e le famiglie costrette a tagliare gli acquisti, “l’aumento di fondi del Pnrr con 2,5 miliardi destinati agli accordi di filiera, alla logistica e alle misure agricole è importante”, calcola Coldiretti, “per salvare la spesa degli italiani anche di fronte ai cambiamenti climatici”. Il balzo dei prezzi è una preoccupazione che assedia la Coldiretti, “in riferimento ai dati Istat sull’inflazione a luglio che vede un aumento prezzi del 13,8 % per la frutta e del +19,8 % per la verdura con le produzioni Made in Italy colpite da alluvioni, grandinate e nubifragi intervallati da pesanti ondate di calore, mentre pesano le tensioni sui costi di produzione legate alla guerra in Ucraina e il deficit logistico di cui soffre il Paese ed i prezzi dell’ortofrutta che triplicano dal campo alla tavola”. Se le difficoltà sono evidenti, c’è tuttavia, la carta da giocare del Piano nazionale di ripresa.
L’agroalimentare Made in Italy ha dimostrato concretamente la propria capacità di saper cogliere l’opportunità del Pnrr e l’incremento dei fondi”, fa presente la Coldiretti, “va nella direzione auspicata di “raffreddare” il carovita che pesa sulle tasche degli italiani sostenendo con gli accordi di filiera la produzione in settori cardine, dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura”. “Un’occasione unica che”, conclude la Coldiretti, “non va sprecata per crescere e garantire una più equa distribuzione del valore lungo la filiera, dal produttore al consumatore”.