sabato, 29 Giugno, 2024
Salute

Obesità, azienda danese vende cura e vola in borsa

In Italia causa di morte per il dieci per cento del totale dei decessi

Con una iniezione settimanale si possono perdere 15 chili in un anno, ma bisogna poter spendere più di 13mila euro. La “cicciomania” per così dire, è entrata di peso, è il caso di dirlo, nelle borse europee e mondiali e sta sconvolgendo le classifiche dei listini. Negli ultimi tempi va fortissima la Novo Nordisk che quasi supera Lvmh, l’ammiraglia del lusso, che da tempo è la migliore quotata tra tutte con una capitalizzazione di 430 miliardi di euro. Poco sotto, ora c’è arrivata la Novo Nordisk, una società danese di Bagsvaerd, vicino Copenhagen, che ha avuto un primo trimestre 2023 eccezionale sfiorando i 400 miliardi.

Record di richieste per essere snelli

Che cosa producono e vendono i danesi? Insulina. Ovvero trattamenti per l’obesità e il diabete che tra aprile e giugno hanno portato un utile di quasi 20 miliardi di corone (2,6 miliardi di euro) con un incremento del 46% su base annua. Fatturato del periodo cresciuto del 32%, arrivato a toccare 55 miliardi di corone. “Abbiamo più pazienti che mai”, ha raccontato il ceo di NN, Lars Fruergaard Jorgensen. Nel primo semestre le vendite nel settore del diabete e dell’obesità sono aumentate del 37% a 99 miliardi di corone, trainate dall’eccezionale crescita delle vendite dei trattamenti (+157%), a 18,1 miliardi di corone. Il mercato più reattivo è quello degli Stati Uniti dove è stato lanciato “Wegonvy” anti-obesità che, da un paio di anni a questa parte, ha aumentato le vendite del 344%; con un prezzo di listino delle iniezioni settimanali di circa 13.600 dollari l’anno.

In subbuglio le assicurazioni

Collaterale al successo della società danese è il turbinìo del mercato assicurativo. Le assicurazioni, infatti, fanno resistenza perché ritengono questi dei “non” farmaci, ma trattamenti per vanitosi e quindi non meritevoli di rimborso. Mentre alcune ricerche, proprio della Novo Nordisk, dimostrerebbero evidenti benefici cardiovascolari tanto da ipotizzare perfino la copertura federale Medicare. Un mercato immenso che, solo negli Stati Uniti, trova obesi quattro adulti su dieci. Ma New England Journal of Medicineha avvertito che se solo il 10% dei beneficiari obesi di Medicare dovesse assumere il Wegovy, il costo sarebbe di 27 miliardi di dollari all’anno per le casse dello Stato.

Sovrappeso e obesità in Italia

Il sovrappeso e l’obesità sono problemi che affliggono milioni di persone anche in Italia.
Secondo un’indagine dell’Isituto Superiore della Sanità nelnostro Paese, si stima che l’obesità sia responsabile di oltre 64 mila decessi (ovvero del 10% di tutti i decessi) e di oltre 571.000 anni vissuti con disabilità. L’essere in eccesso ponderale diventa caratteristica più frequente al crescere dell’età, almeno fino ai 75 anni: riguarda il 27% dei 18-24enni, sale progressivamente al 54% dopo i 50 anni, raggiunge il 59% fra i 65-74enni, ma si riduce progressivamente dopo i 75 anni fino al 49% fra gli over 85enni. Con l’età dunque aumentano sia il sovrappeso che l’obesità, ma diventano una condizione meno frequente superati i 75 anni, poiché il peso è soggetto a variazioni legate a fattori biologici e patologici, per cui dopo questa età aumenta progressivamente la quota di persone che perdono peso indipendentemente dalla loro volontà, elemento potenzialmente fragilizzante per l’anziano.

In sovrappeso persone più povere

Inoltre, le prevalenze di sovrappeso e obesità sono più elevate fra le persone economicamente più svantaggiate per risorse economiche o bassa istruzione e fra i residenti nelle regioni meridionali. Le differenze di genere e il gradiente sociale come quello geografico, in linea con quanto osservato per gli adulti, si confermano anche dopo i 65 anni (dati ricavati da “Passi d’Argento”). Il sovrappeso è sostanzialmente stabile, mostra una tendenza in aumento nel Sud Italia, ma solo negli ultimi anni. L’obesità nelle Regioni centrali risulta tendenzialmente in lenta riduzione (dal 10% al 9% fra il 2008 e il 2021), mentre aumenta in quelle settentrionali (dal 9% all’11%) e disegna un andamento peculiare nelle Regioni meridionali dove sale dal 12% al 14% tra il 2008 e il 2015 e successivamente si riduce fino al 10% nel 2021.

Campania obesa, Province autonome snelle

L’obesità mostra una tendenza all’aumento anche fra i più giovani (18-34enni) e in riduzione fra le persone più mature (50-69enni). Significativo il gradiente sociale dell’obesità con una quota di persone obese tra chi ha molte difficoltà economiche: quasi doppia di quella osservata fra le persone più abbienti (16% contro 9% nel 2021), che nel tempo si mantiene sostanzialmente invariato. In questo panorama la Campania spicca per lo storico primato di Regione con la più alta prevalenza di persone in eccesso ponderale (50,6%), ovvero il 38% in sovrappeso e il 12% obesa nel biennio 2020-2021. Mentre la Valle d’Aosta, le Province autonome di Trento e Bolzano, Piemonte, Marche e Toscana sono le regioni italiane con meno persone in sovrappeso e obese. Particolare il dato della Puglia dove c’è un’alta percentuale di adulti (18-69 anni) in sovrappeso, ma una molto bassa di obesi, simile alle Province autonome.

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