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La musica che arriva in sogno

martedì, 15 Agosto 2023
1 minuto di lettura

Per molti musicisti i sogni hanno avuto un ruolo importante nell’ispirazione delle loro canzoni più famose in quanto luogo in cui la mente è libera di esplorare nuove connessioni, combinando elementi provenienti dalle esperienze quotidiane in modi imprevedibili. L’abitudine di lavorare con la musica ogni giorno può favorire la capacità del cervello di rielaborare queste esperienze musicali durante il sonno, portando a intuizioni creative e a melodie uniche. In particolare, le fasi di transizione tra il sonno e la veglia offrono attività cerebrali particolari, che possono avviare processi creativi, perché il cervello rielabora le informazioni recenti e crea nuove connessioni.

Numerosi artisti hanno rivelato di aver tratto ispirazione dai loro sogni. Jimi Hendrix ha scritto “Purple Haze” basandosi su un sogno in cui camminava nelle acque del mare avvolto da una foschia viola. Johnny Cash ha inserito le trombe in stile mariachi all’inizio di “Ring of Fire” grazie a un sogno. Anche i REM hanno trovato nelle visioni notturne l’ispirazione per il testo di “It’s the End of the World As We Know It (And I Feel Fine)”, basato su un sogno del cantante Michael Stipe riguardante una festa. Artisti più recenti come i Killers, Florence + the Machine e St. Vincent hanno dichiarato di aver tratto ispirazione dai loro sogni per la creazione di alcune delle loro canzoni.

Spesso l’ispirazione arriva proprio nel limbo che intercorre tra la veglia e il sonno. Barry Gibb dei Bee Gees ha rivelato che alcune delle sue migliori melodie sono arrivate durante il sonno, motivo per cui tiene sempre un registratore a portata di mano. Christine McVie dei Fleetwood Mac ha raccontato di aver scritto “Songbird” dopo essere stata sveglia tutta la notte per non dimenticare la canzone che le era venuta in mente mentre dormiva. Anche i Queen, i Rolling Stones e Paul Simon hanno sperimentato momenti di ispirazione onirica nella loro carriera musicale. Paul McCartney e John Lennon, i principali compositori dei Beatles, hanno entrambi trovato nelle ore di sonno un’ispirazione preziosa. McCartney ha scritto “Let It Be” basandosi su un sogno riguardante sua madre, mentre Lennon ha incorporato una frase senza senso che aveva sognato, nella canzone “#9 Dream”. Tuttavia, la trasformazione di un sogno in una canzone completa richiede tempo e dedizione, come dimostra il caso di McCartney con “Yesterday”, per la quale ci volle un anno e mezzo per completarla e registrarla definitivamente.

Cristina Calzecchi Onesti

Giornalista ed esperta di comunicazione aziendale. Dopo esperienze in tutta la comunicazione, dagli uffici stampa alle Relazioni esterne, ai Rapporti istituzionali, per quasi dieci è stata assistente parlamentare, portavoce e spin doctor alla Camera e al Senato. Da sempre si occupa di politica, sociale, diritti civili e ambiente.

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