Secondo Augusto Congionti, presidente di Agriturist, l’associazione di Confagricoltura che ha dato il nome all’agriturismo in Italia, i flussi turistici nei mesi estivi non hanno soddisfatto a pieno le aspettative di quest’anno. “Dopo i mesi di maggio e giugno veramente positivi ci aspettavamo un’estate da boom. Purtroppo, così non è per diverse ragioni. Tutto il settore turistico paga innanzitutto l’andamento climatico, a cui si aggiunge l’aumento dei costi, l’inflazione, il caro benzina e quello dei biglietti per chi viaggia in treno o in aereo. Per quanto riguarda le nostre strutture tengono quelle vicine alle città d’arte. Gli agriturismi vicini alle coste restano piuttosto in linea con lo scorso anno, ma man mano che ci si allontana verso l’interno la situazione peggiora. Sul territorio nazionale si passa da un -10% registrato a luglio a un -30%, senza calcolare le aree colpite dall’alluvione o da altre calamità”, osserva Congionti.
Gli stranieri in Italia
“A salvare la stagione sono senz’altro gli stranieri che dall’Europa e dall’estero hanno deciso di scegliere i nostri agriturismi per le vacanze. Sono due le considerazioni che vengono subito in mente e ci devono far riflettere da un lato l’effetto Covid, che spingeva gli italiani verso spazi verdi, natura e buon cibo è finito, e si è ritornati a concorrere con mete estere competitive come Grecia, Croazia e Albania; dall’altro, per le famiglie, le incognite sul futuro sono ancora troppe. I giorni di vacanza si contraggono, si opta per situazioni economicamente sostenibili e si prenota per fine agosto o settembre”, sottolinea Congionti. In Italia le aziende agrituristiche attive sono più di 25.000 e oltre il 60% dei Comuni italiani ne ospita almeno una.