lunedì, 16 Dicembre, 2024
Economia

Le imprese del Sud Italia investono più della media nazionale

Dai dati emersi dall’ultimo report del “Panorama economico di mezz’estate del Mezzogiorno” pubblicato da SRM, Centro Studi collegato al gruppo Intesa Sanpaolo, nell’attuale contesto socioeconomico meridionale caratterizzato da prezzi e costi in crescita, le imprese del Sud-Italia investono più della media nazionale. Significativo il ruolo dell’export (+10% nel primo trimestre dell’anno in linea con il dato Italia) che testimonia la capacità industriale e l’appetibilità del Made in Italy, prodotto nel Mezzogiorno, sui mercati internazionali. Grazie alle sue forze endogene, il Mezzogiorno può e deve puntare ad una nuova configurazione degli equilibri nazionali.

Occupazione in crescita

A fine 2022 nel Mezzogiorno si contano 6.115 mila occupati, oltre un quarto dell’Italia, con una crescita in linea col dato nazionale (+2,5%, contro +2,4%). Si rafforza il tessuto imprenditoriale: nonostante un calo generale delle imprese, cresce il numero delle società di capitali con un +2,9% al I semestre 2023 rispetto al dato 2022 (+2,2% in Italia). Inoltre, sono attive oltre 160 mila imprese giovanili, quasi il 40% del dato nazionale, con un tasso di imprenditorialità giovanile più alto di quello medio nazionale (9,4% contro 8,1%).

Le imprese innovative

Al Sud si contano 15.656 imprese innovative (18,4% del Paese) che sono cresciute del 51,5% a fronte del +25% a livello nazionale. Le competenze presenti, unite alle connessioni fisiche e digitali, possono dar vita ad un nuovo percorso di crescita per ridisegnare gli storici equilibri che vedono il Sud come l’area dei “gap”. Le forze endogene del territorio sono il punto di partenza: Mare, Energia, Turismo, Ambiente sono tra i settori strategici per il rilancio.

Le potenzialità logistiche

I porti, la logistica e lo shipping sono gli elementi che muovono l’economia del mare e che possono favorire la competitività del Paese. Grandi sono le potenzialità logistiche del Sud: i porti meridionali servono il 46% del traffico merci del Paese pari a 226 milioni di tonnellate al 2022 (+1%; in Italia +1,9%). Al Sud sono, inoltre, presenti 8 ZES per le quali il PNRR ha previsto 2 630 milioni di investimenti; le prime stime (a marzo 2023) mostrano un dato pari a 240 domande di investimento e 55 autorizzazioni uniche rilasciate dai Commissari di Governo. Dal punto di vista dell’energia il Mezzogiorno si conferma un’area strategica dal rilevante potenziale di generazione elettrica da fonti green. Nel Sud si produce, infatti, oltre il 39% del totale dei GWh generati da fonti rinnovabili in Italia.

Il turismo

Il Mezzogiorno ha rappresentato nel 2022 circa il 20% dei flussi turistici nazionali con oltre 21,8 milioni di arrivi e quasi 80 milioni di presenze ed un recupero del 92% rispetto ai dati pre-pandemici. Particolarmente significativa è stata la crescita della componente straniera con un +130% (in Italia +104,8%). Rilevante è anche l’aspetto ambientale: cresce la sensibilità per tutto ciò che impatta sull’ambiente e le regioni del Sud, pur se con alcuni ritardi, mostrano attenzione. Si contano, ad esempio 176 Comuni Rifiuti Free (+11 Comuni nell’ultimo anno) con alcune regioni che duplicano (Sicilia) o triplicano (Sardegna) il loro impegno in tal senso. Inoltre, su un campione di 700 imprese manifatturiere intervistate da SRM, nel Sud il 43% dichiara di aver effettuato investimenti nell’ultimo triennio (40% in Italia). Guardando al futuro, cresce la voglia di digitale (58% le imprese che vi investiranno; in Italia 52%) e c’è forte attenzione per l’innovazione sostenibile (57%; in Italia 51%) e per i rapporti con il mondo della ricerca (54%; in Italia 50%).

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