giovedì, 14 Novembre, 2024
Europa

L’Italia recupera 266 reperti archeologici dagli Usa smerciati da trafficanti internazionali

266 reperti archeologici di pregevole valore, stimati approssimativamente sul mercato mondiale dei beni culturali in svariate decine di milioni di euro, sono stati riportati in Italia dagli Stati Uniti grazie all’intervento dei carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale. Il patrimonio, risalente a un arco temporale che va dall’età Villanoviana (IX/VIII sec a.C.), alla civiltà etrusca (VII/IV sec.a.C.), alla Magna Grecia (V/III sec. a.C.) fino all’età romana imperiale (I-II sec d.C.), era giunto oltreoceano negli ultimi decenni del secolo scorso per essere smerciato da trafficanti internazionali.

Le indagini

Questo risultato è stato ottenuto in seguito a indagini capillari coordinate dalla Magistratura italiana e dalla Procura Distrettuale di Manhattan (DAO – District Attorney’s Office di New York), con l’Assistant District Attorney NY, Colonnello Matthew Bogdanos e i colleghi di Homeland Security Investigations (HSI), consolidando una cooperazione di impareggiabile efficacia nel mondo, anche grazie alla costante sinergia tra i Carabinieri dell’Arte e il Dicastero della Cultura, guidato dal Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.

Recuperati 70 lotti e 65 manufatti

Tra le opere recuperate ci sono 70 lotti (che constano complessivamente di 145 pezzi) facenti parte della procedura fallimentare a carico del cittadino inglese Robin Symes, localizzati grazie alle indagini condotte dal Comando TPC, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, mirate a contrastare il traffico internazionale di beni culturali. Le attività sono poi sfociate anche in una procedura extragiudiziale e in una causa civile, condotta in stretta collaborazione con il Ministero della Cultura attraverso l’Avvocatura Generale dello Stato, finalizzata alla restituzione dei beni al patrimonio indisponibile dello Stato italiano. Recuperati anche 65 manufatti, già in collezione alla ʼMenil Collection Museumʼ di Houston (USA), in restituzione spontanea da parte dell’ente proprietario al Ministero della Cultura, essendo stata accertata dai Carabinieri TPC la provenienza da scavi clandestini in aree archeologiche del territorio italiano e l’esportazione illecita.

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