Fuori tempo. Fuori giri. Fuori rosa. Fuori gara. Fuori rotta. Fuori. Così me ne andai in vacanza in un villaggio nel sud Italia quasi nel mezzo del niente. Dopo tutto, erano tre anni che non mi concedevo una pausa che fosse una.
È notte fonda. Sono sdraiato su un lettino a bordo piscina e guardo la luna, ha una forma perfetta. Tonda. Di dormire non se ne parla. Ne avrei voglia e tutto il diritto, ma ho bisogno di restare a respirare l’odore di cloro.
E poi questa notte ho avuto di nuovo quella sensazione di meraviglia. Mi era già capitato quella volta a Madrid, altra notte insonne in cerca di una farmacia di turno. Fu il rivelarsi inaspettato di Salamanca che mi aveva regalato una sensazione di quiete. Questa notte sono le voci dei ragazzi dell’animazione, appartati in un angolo a condividere leggerezza e storie e risate veloci.
Scrivo da un lettino di fianco la piscina del villaggio, perché era arrivato un punto in cui avevo bisogno di allontanarmi dalla mia routine per respirare. Immagino di essere in ottima compagnia. Non che le cose non andassero bene, anzi. È proprio per continuare a farle andare bene che devi mettere dei limiti. Intendiamoci, dare se stessi agli altri è molto gratificante, ma ho imparato a mie spese che va gestito con grande cautela.
Ne scrivo perché si parla troppo poco di salute mentale, ovvero lo stato in cui le persone sanno badare a se stesse e sono in grado di contribuire alle comunità di cui fanno parte. Si tratta di un tema che varrebbe da solo il dibattito economico. Eppure. Per farsi un’idea, la salute mentale costa all’Unione Europea circa 600 miliardi di euro l’anno e colpisce 84 milioni di europei. Un italiano su sei. Senza considerare la percentuale di italiani che dichiara di avere una condizione psichica pessima. Più di 1 italiano su 4 afferma, inoltre, che il suo benessere psichico è peggiorato negli ultimi tre anni.
Gli animatori sono rientrati nelle loro stanze. È ora di andare. Questa volta mi limito ad amare me, parafrasando il poeta bosniaco Izet Sarajlic omaggiato da Rosella Postorino nel suo ultimo romanzo. Prendo nota sulla mia Moleskine rossa. Un patto privatissimo per rendermi utile.