Il Presidente del Pakistan Arif Alvi, su consiglio del Primo Ministro Shehbaz Sharif, ha sciolto il Parlamento, preparando il terreno per le elezioni nazionali in mezzo a una crisi politica ed economica. La decisione è arrivata tre giorni prima della fine del mandato quinquennale del Parlamento, che sarebbe scaduto il 12 agosto. L’iter burocratico prevede, ora, un’amministrazione provvisoria, scelta da Sharif e da un leader dell’opposizione nel Parlamento uscente, per poi indire nuove elezioni da tenersi dopo 90 giorni. “Stasera consiglierò al Presidente di sciogliere il Parlamento – aveva dichiarato in precedenza il Premier -. Avvierò un incontro con il leader dell’opposizione per scegliere, tra i candidati raccomandati da entrambe le parti, il primo ministro provvisorio”.
Rabbia pubblica
Il voto, tuttavia, potrebbe essere ritardato di diversi mesi. La commissione elettorale è pronta a ridisegnare centinaia di collegi elettorali sulla base di un nuovo censimento. Gli analisti hanno affermato che qualsiasi ritardo nelle elezioni potrebbe alimentare la rabbia pubblica e aumentare l’incertezza in una nazione dotata di armi nucleari. Le ultime elezioni generali del luglio 2018 sono state vinte dal partito presieduto da Imran Khan, ex-giocatore di cricket diventato politico, che, pochi giorni dopo, aveva prestato giuramento come Primo ministro. Khan è stato al centro dei disordini politici dopo essere stato estromesso da primo Ministro, lo scorso anno, con un voto di sfiducia, sollevando preoccupazioni per la stabilità del Pakistan. Da allora è stato condannato e incarcerato per corruzione con lʼimpedimento a partecipare a qualsiasi elezione per cinque anni.