L’annuncio del ministro del lavoro arriva alle 14. “Dal primo settembre si attiveranno i nuovi strumenti del supporto alla formazione e al lavoro”, sottolinea Marina Calderone, che spiega come dal Reddito di cittadinanza si passerà alla formazione e al lavoro. “Sono in corso di emanazione i decreti attuativi che consentiranno la piena operatività delle nuove misure nel rispetto della tempistica prevista”, puntualizza la ministra alle politiche sociali durante l’informativa sul Reddito di cittadinanza in aula al Senato.
Lavoro, pronta la riforma
“L’attuazione delle nuove misure di inclusione e lavoro”, ricorda Calderone, “è stata al centro di un incontro di aggiornamento tenutosi il 1° agosto tra il ministero del Lavoro e delle politiche sociali, Anpal, Anpal Servizi e le Regioni”. La riunione è stata utile per condividere i prossimi step della riforma, già al centro di precedenti confronti, a cominciare dal nuovo strumento del Supporto alla formazione e Lavoro che debutterà il primo settembre.
“In attesa della data di entrata in vigore del Supporto per la formazione e il lavoro, il ministero ha chiarito che i 112 mila nuclei con componenti in età da lavoro compresa fra i 18 e i 59 anni interessati dalla misura dovranno rivolgersi ai centri per l’impiego. A tal proposito, diverse Regioni”, fa presente ancora la ministra, “hanno evidenziato di aver già avviato una proficua collaborazione con le sedi territoriali dell’Inps. Al fine di velocizzare il più possibile la presa in carico di tutti i potenziali beneficiari delle nuove misure, il ministero del Lavoro sta seguendo con attenzione il potenziamento della rete territoriale dei Centri per l’Impiego, obiettivo in linea con i focus del Pnrr del ministero”.
Salario minimo, scontro in Aula
Le parole del ministro planano su un dibattito alla Camera dove tra grida e polemiche al vetriolo il Centrodestra è nel mirino delle opposizioni. Da Pd e 5S si alza il grido “vergogna vergogna”, dal Centrodestra si ribatte “ecco il delirio dei populisti della sinistra”. In mezzo alle tensioni la decisione del rinvio di due mesi sull’annunciato confronto sul salario minimo. A far slittare la discussione è il voto alla Camera con il Centrodestra che fa quadrato e approva la sospensiva di sessanta giorni, con 168 voti favore mentre i contrari sono 128, e tre gli astenuti. Appena il tempo che il tabellone dell’Aula evidenzi l’esito del voto che dai banchi dell’opposizione si leva il coro: “vergogna, vergogna!”.
Nei minuti successivi una pioggia di dichiarazioni contro il Governo e il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Per FdI, invece, si tratta di critiche che le opposizioni “agitano solo per coprire le loro divisioni e contraddizioni”.
Schlein: maggioranza in fuga
“Siamo davanti alla fuga della maggioranza, che fugge davanti a un problema reale”, accusa agitando le braccia la segretaria del Pd Elly Schlein che precisa: “Siamo aperti al dialogo. Non ai rinvii sine die. La maggioranza dice che della sofferenza della gente se ne frega”. Critiche pungenti anche dal capogruppo democratico in commissione Lavoro, Arturo Scotto. “La maggioranza non ha detto la verità oggi in aula. La sospensiva che porta il salario minimo formalmente al 29 settembre in realtà è un rinvio a gennaio. A dopo la sessione di bilancio. Perché come è noto a tutti durante quel periodo non è possibile votare leggi di spesa. La destra dunque sta imbrogliando gli italiani”.
I 5S: politici stipendi ricchi
Il leader dei 5S Giuseppe Conte presenta un monito preventivo. “Ve lo diciamo già adesso: non vi presentate a ottobre con proposte dirette a spaccare la platea di lavoratori sottopagati”, scandisce furioso Conte che evidenzia: “le aperture al dialogo di Meloni sono rimaste solo parole”. Conte alza poi il tiro accusando l’intera classe politica parlamentare di essere ben pagata e irriconoscente contro i poveri. Osserva rivolto a “quei politici che negano il salario minimo e si assicurano” i loro stipendi. Nel crescendo il leader non fa sconti. “Oggi sul salario minimo legale rimandate a dopo l’estate sperando che gli italiani se ne dimentichino, ma il salario ricco è quello che avete riservato ai parlamentari e agli ex parlamentari. No al salario minimo, sì agli stipendi massimi per i politici? È così che interpretate il mandato che vi hanno conferito gli elettori? Non ve lo permetteremo”.
Le accuse di Conte diventano travolgenti lambendo tutti i nodi dell’economia italiana.
“Mentre aumentano mutui, benzina e carrello della spesa ci sono persone che lavorano dalla mattina alla sera per 4-5 euro lordi. Tajani ha detto che questa e una misura sovietica, ma dovrebbe sapere che in Europa 21 paesi su 27 hanno adottato questa soluzione”. Il rinvio dei due mesi per il leader dei 5S è un affronto. “Non vi ripresentate a ottobre con proposte furbe dirette a spaccare i lavoratori. Meloni ha dimostrato di non ricordare il significato del tricolore. Speriamo rilegga il principio dell’art. 36 che garantisce al lavoratore una esistenza libera e dignitosa”.
Il Terzo Polo, basta rinvii
Il capogruppo del Terzo Polo Matteo Richetti ricorda i troppi rinvii attribuiti al Governo.
“La maggioranza dimostri se la interlocuzione che ha promesso sul salario minimo è in ‘modalità propaganda’ o è vera per l’interesse del Paese”, sottolinea Richetti, “La vostra richiesta di rinviare l’analisi della proposta sul salario minimo, come avete fatto con il Mes, con il voto ai fuorisede, la proponete direttamente a quel 20% di lavoratori più fragili, a quelle famiglie che subiscono un’inflazione reale quasi pari al 20%, a quei ragazzi che firmeranno contratti per 5 o 6 euro l’ora: dire loro che se ne parlerà più avanti senza specificare in che termini significa commettere un grande sbaglio”.
La sinistra: scelta ridicola
Centrodestra nel mirino anche di Nicola Fratoianni (Avs) che rilancia il tema della “fuga”.
“Avete scelto di scappare. Ma non da noi, dall’opposizione, ma dalla realtà, dal Paese”.”La storia che questa legge deprima la contrattazione è ridicola. Ai lavoratori dobbiamo dare una risposta. Poi avete capito che era un problema anche per voi e per il vostro elettorato. Allora ci rivediamo, ma noi da oggi rilanciamo questa campagna nel Paese”, osserva Fratoianni.
“Abbiamo sentito che ci voleva il salario ricco e non il salario minimo, che rischiavamo di finire in Urss, eppure vogliamo dirvi una cosa: qualche risultato è già arrivato. Il primo è che abbiamo scoperto una destra particolarmente sensibile al ruolo dei sindacati. È una straordinaria notizia, siamo contenti, contente, finalmente ve ne siete accorti, i sindacati sono uno strumento essenziale per la democrazia. Mi raccomando però, ricordatevelo anche quando scioperano”.
FdI: opposizioni in crisi
La replica agli attacchi arriva dal deputato di Fratelli d’Italia Andrea Volpi, rappresentante della Commissione Lavoro Pubblico e Privato, che polemizza duramente con Conte e la Schlein. “Giuseppe Conte”, puntualizza Andrea Volpi, “lo stesso che ha governato questa nazione per 4 anni senza spendere una parola sul salario minimo accusa il Governo Meloni di governare da 9 mesi senza fare gli interessi degli italiani. Elly Schlein, segretario del partito che nel 2018 votò contro il Reddito di cittadinanza e che negli ultimi anni è sempre stato al Governo del Paese, ora si riscopre garante del lavoro e del lavoro povero. Sul tema del salario minimo ormai siamo al delirio”. Per Volpi, “l’opposizione divisa su tutto grida allo scandalo per un voto che rimanda, non cancella, la discussione su un tema, quello dei salari, delicato che va approfondito e studiato e per il quale servono risposte concrete e strutturali che vadano oltre gli slogan populisti della sinistra. Conte e Schlein si rassegnino, gli italiani hanno capito il loro gioco e sanno bene che questo Governo sta lavorando incessantemente per rilanciare il mondo del lavoro e far ripartire seriamente l’Italia”.