La Cina sta cercando di incoraggiare i suoi cittadini a unirsi in un lavoro corale di controspionaggio, inclusa la creazione di canali per segnalare attività sospette. Per il ministero della Sicurezza dello Stato, l’agenzia che controlla l’intelligence straniera e l’anti-spionaggio, tale compito, se ben eseguito, verrebbe premiato. L’idea verterebbe nell’istituire un sistema che renda ‘normale’ la partecipazione delle masse popolari al controspionaggio. L’appello per rendere popolare il lavoro anti spionaggio tra le masse è il frutto di un’espansione della legge cinese sul controspionaggio entrata in vigore a luglio. La legge, che vieta il trasferimento di informazioni relative alla sicurezza nazionale, ha allarmato gli Stati Uniti, affermando che le società straniere in Cina potrebbero essere punite per le normali attività commerciali. “La sicurezza politica è la massima priorità della sicurezza nazionale – ha scritto il ministro della Sicurezza di Stato, Chen Yixin, in un articolo su una rivista legale cinese -. È fondamentale salvaguardare la leadership e la posizione di governo del Partito Comunista Cinese e del sistema socialista”.
Arresti per spionaggio
Negli ultimi anni, il Paese del Dragone ha arrestato e detenuto dozzine di cinesi e stranieri sospettati di spionaggio, tra cui un dirigente della casa farmaceutica giapponese Astellas Pharma. Tra questi, il giornalista australiano Cheng Lei, accusato di aver fornito segreti di stato a un altro Paese. La dichiarazione del Ministero per la sicurezza arriva mentre le Nazioni occidentali, in particolare gli Stati Uniti, accusano la Cina di spionaggio e attacchi informatici. Accusa che Pechino ha respinto, definendo gli stessi Stati Uniti “l’impero dell’hacking”.