“La matrice neofascista della strage è stata accertata nei processi e sono venute alla luce coperture e ignobili depistaggi, cui hanno partecipato associazioni segrete e agenti infedeli di apparati dello Stato”. Usa termini duri il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell’avversario della strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna che causò 85 morti e duecento feriti. Per il Capo dello Stato la ricerca della verità completa è un dovere che non si può estinguere, a prescindere dal tempo trascorso: “È in gioco la credibilità delle istituzioni democratiche”, le sue parole. Un atto terroristico, quello di 43 anni fa, che Mattarella ha definito barbaro e di una violenza cieca che ha ucciso persone innocenti. Una tragedia cui però l’Italia ha reagito respingendo gli eversori assassini, i loro complici, i cinici registi occulti che coltivavano il disegno di far crescere tensione e paura. Per arrivare a questo risultato, “è servita la mobilitazione dell’opinione pubblica, è servito l’impegno delle istituzioni”.
Atti desecretati
Nella giornata delle celebrazioni del 43esimo anniversario della strage, interviene anche il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Fondamentale, per lei, arrivare alla verità definitiva dei fatti più incresciosi avvenuti in Italia dal Dopoguerra (come quello di Bologna) mettendo a disposizione della ricerca storica quanta più documentazione informativa: “Questo governo”, dice, “fin dal suo insediamento ha accelerato e velocizzato il versamento degli atti declassificati all’Archivio centrale dello Stato e li ha resi più facilmente consultabili, completando quella desecretazione che era stata avviata dagli esecutivi precedenti”.
L’Associazione delle vittime
Una giornata particolare, per Bologna, come avviene da 43 anni a oggi. Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha incontrato i familiari delle vittime in Municipio. Successivamente è partito il corteo da piazza Maggiore destinazione stazione. Tra i presenti, oltre il Ministro, il Sindaco Matteo Lepore e il Governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Sul palco allestito in piazza Medaglie d’Oro ha preso la parola il Presidente dell’Associazione delle vittime della strage del 2 agosto Paolo Bolognesi. Ha chiesto all’esecutivo di usare parole chiare su questa vicenda: “Come fate a dire”, ha detto rivolgendosi a Piantedosi, “che la strage è di Destra quando tutti i vari partiti di governo hanno firmato una richiesta di una commissione per vedere l’interessamento estero sulle stragi?”. “In questo modo si crea solo confusione, non si può dire da una parte che è una strage fascista e dall’altra che sono stati i palestinesi. Mettetevi d’accordo nel Governo”.
“Basta depistaggi”
Il corteo ha visto anche la presenza della Segreteria del Pd Elly Schlein che ha inoltre camminato, per una parte del tragitto, al fianco di Patrick Zaki, rientrato da pochi giorni a Bologna dopo la grazia ricevuta dal presidente egiziano Al-Sisi: “Basta depistaggi, basta tentativi di riscrivere la storia. Le evidenze processuali”, conclude la segreteria Pd, “già chiariscono che questa è stata una strage di matrice neofascista e anche con un intento eversivo”.