L’accordo su grano dal Mar Nero ha consentito, fino a metà luglio, l’esportazione di oltre 32 milioni di tonnellate di prodotti ucraini, principalmente cereali e semi oleosi. Il prezzo del mancato rinnovo, ha ammonito il Segretario generale dell’ONU Guterres, sarà pagato da centinaia di migliaia di persone che rischiano la fame e la malnutrizione. “È fondamentale ripristinare l’accordo sul grano. Non può restare senza seguito l’appello rivolto ieri dal Santo Padre alle autorità della Federazione Russa per ripristinare l’iniziativa del Mar Nero e consentire così il trasporto in sicurezza del grano”. Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. “Desidero sottolineare che, come agricoltore, ho trovato particolarmente toccante il richiamo del Santo Padre al grano come un dono di Dio per sfamare l’umanità”, ha aggiunto. “Le vicende di questi giorni e l’appello del Papa ripropongono ancora una volta il valore assoluto che riveste la sicurezza dei rifornimenti assicurata dal sistema agroalimentare dell’Unione europea. Per il grano, in particolare, la produzione europea ha anche contribuito in misura sostanziale ad evitare finora una crisi alimentare globale”, evidenzia il presidente di Confagricoltura. Secondo i dati resi noti dalla Commissione europea, nei primi due mesi di quest’anno le esportazioni di cereali dell’Unione verso i Paesi del Nord Africa e dell’Africa sub-Sahariana sono ammontate a 3,9 milioni di tonnellate. Rispetto allo stesso periodo del 2022, l’aumento è stato di 768 mila tonnellate.