L’economia italiana? Ha una crescita piatta ed è sorretta principalmente dai servizi come il turismo. L’inflazione? È meno alta, ma le Banche Centrali alzano i tassi ai massimi. L’industria è debole, le costruzioni in calo. È quanto emerge dalla congiuntura flash di Confindustria di luglio (sul secondo trimestre) che dunque fa una fotografia alquanto desolante sul presente economico del BelPaese e anche sui prossimi mesi che hanno attese “poco più positive”. Inoltre gli investimenti sono frenati, i consumi incerti, mentre l’export di beni è in riduzione. La Germania è in recessione (anche se sarà di breve durata) con conseguenze negative anche per l’Italia.
Inflazione ancora troppo alta
Scendendo nei dettagli, la dinamica del Pil da aprile a giugno è in pratica ferma, a causa della flessione di industria e costruzioni e del proseguire della crescita (moderata) nei servizi la cui principale spinta resta il turismo: la spesa degli stranieri in Italia a maggio registra un +13,2% sul 2022 e i passeggeri in aeroporto sono nel secondo trimestre sopra i livelli del 2019. Si può tranquillamente dire che questa è l’unica notizia confortante. Come è positiva quella relativa all’inflazione che prosegue la discesa (a giugno +6,4% annuo), grazie al prezzo del gas poco sopra i minimi che ha infine riportato i prezzi energetici al consumo su ritmi moderati (+2,1%). Ma resta, per la Bce, un’inflazione ancora troppo alta e per questo motivo ha deciso un altro rialzo a luglio, a 4,25%, lasciando la porta aperta per ulteriori mosse.
Industria in difficoltà
Non arrivano buone nuove dall’industria che risulta essere in difficoltà: a maggio la produzione ha messo a segno un rimbalzo (+1,6%), ma da inizio anno si è comunque contratta molto (-1,9%). Deboli le prospettive: a giugno il PMI manifatturiero (l’indicatore economico costituito da rapporti e sondaggi mensili, raccolti dalle aziende private) ha continuato a ridursi, indicando un forte calo (43,8 da 45,9). In discesa anche il settore edilizio: le costruzioni non stanno più trainando l’industria. L’attività nel settore ha registrato il secondo calo consecutivo a maggio (-0,7%), con un -4,3% da inizio anno. In attenuazione poi la riduzione dell’export italiano (-0,3%): pesa il forte calo della domanda dei paesi UE (-1,7%) mentre è buona la performance extra-UE (+1,2%). I beni strumentali registrano il calo più forte (-2,6%), dopo gli energetici. Prospettive negative per i prossimi mesi dagli ordini esteri delle imprese manifatturiere, che a luglio hanno toccato il minimo da gennaio 2021 (-20,6 il saldo).
Recessione in Germania: le conseguenze
Considerazione infine sulla seconda recessione della Germania negli ultimi 3 anni. Il BelPaese ne risentirà? Il Paese teutonico è tra i principali mercati per i beni italiani: le nostre imprese sono fornitrici di varie industrie tedesche, specie nell’automotive e soprattutto di beni intermedi; quando l’industria tedesca frena, si ha un impatto negativo sulla produzione italiana, ma la sua tenuta nel 2023 dovrebbe evitare impulsi negativi ulteriori. Tuttavia, la debolezza tedesca nei consumi potrebbe frenare il PIL italiano, colpendo sia il nostro export di beni finali, sia il turismo di tedeschi in Italia, che genera per noi un forte export di servizi.