Con un piano di interventi da 24 milioni di euro, di cui 12 milioni provenienti dal Pnrr, che mette insieme la produzione di energia e la progettazione di elettrolizzatori di ultima generazione, parte il nuovo progetto della Sotacarbo. Tale azienda di ricerca e sviluppo tecnologico, partecipata dalla Regione Sardegna e dall’Enea, ha la sua sede nella “Grande miniera di carbone” a Carbonia (dove operavano le miniere di carbone tra il 1930 e il 1950) diventata oggi una grande area parco al cui interno sono ospitate sia la zona museale sia quella del centro ricerche avanzate della Sotacarbo.
L’obiettivo della società in cui lavorano i ricercatori è quello di trasformare il centro in una “Hydrogen Valley”, luogo in cui produzione e ricerca viaggiano di pari passo.
Mario Porcu, ingegnere e presidente della Sotacarbo ha spiegato: “Il nostro progetto è importante sia per dimensioni sia per la prospettiva. Il piano di interventi prevede la realizzazione di un elettrolizzatore da 1 megawatt con 6 megawatt a monte e un sistema di accumulo da 5 mila ore”.
Nello specifico, chiarendo che il programma prevede l’utilizzo dell’energia prodotta con le fonti rinnovabili in Sardegna, in particolare interessando i trasporti pubblici Porcu ha detto: “Questa energia viene impiegata per far funzionare l’elettrolizzatore che permette di produrre idrogeno verde. Il nostro progetto è già in stato avanzato e guarda allo sviluppo industriale anche perché abbiamo siglato un accordo con l’agenzia regionale dei trasporti per la fornitura dell’idrogeno necessario per far funzionare tre pullman nella Sardegna sud occidentale”.
Nel rammentare che il 50% della cifra destinata al progetto proviene dal Pnrr, Porcu ha sottolineato: “Con il nostro impianto si avrà una produzione di idrogeno verde, ossia prodotto con energia dalle rinnovabili, che in Sardegna non mancano, che potrà essere venduto al massimo a 5 euro al chilo anche se contiamo, perché l’investimento è finanziato con fondi pubblici, di poter arrivare a 4 euro, diventando quindi veramente competitivi. Se consideriamo che con un chilo di idrogeno un mezzo può fare cento chilometri, si capisce subito l’importanza dell’intervento”.
In programma c’è un altro intervento che prevede un finanziamento di 12 milioni di euro, provenienti dall’Agenzia per la coesione territoriale, per la progettazione di elettrolizzatori di ultima generazione; l’ingegnere di Sotacarbo ha specificato: “Perché l’obiettivo è renderli sempre più efficienti e competitivi, dato che la strada del futuro sarà quella dell’idrogeno. Non a caso nei maggiori centri di ricerca del mondo si lavora proprio in questo senso”.
Tra i programmi dell’azienda di ricerca c’è un ultimo aspetto inerente alla cattura e allo stoccaggio della Co2, ossia il confinamento nel sottosuolo di una miniera di carbone dell’anidride carbonica. L’ingegner Porcu ha aggiunto: “Questo progetto è in fase avanzata, abbiamo realizzato un laboratorio di faglia in un pozzo di alcune centinaia di metri, attrezzato per definire molto bene le reazioni che avvengono in sottosuolo. Con i ricercatori dell’Università La Sapienza e alcuni operatori industriali studieremo il comportamento della Co2 e questo credo sia uno degli studi più avanzati al mondo”.