Nel corso della terza giornata del ‘Food Summit Onu’ in corso al Palazzo della Fao a Roma si è fatto il punto sui danni che ha causato la decisione della Russia di non rinnovare l’accordo sul grano grazie a cui, nell’ultimo anno, Kiev ha esportato grano, mais e altri cereali dai porti sul Mar Nero. Ebbene, secondo uno studio della Coldiretti sulla base dei dati del ‘Centro Studi Divulga’ sono tre tra i Paesi in via di sviluppo che saranno particolarmente colpiti: il Bangladesh con oltre un miliardo di chili di grano importato dall’Ucraina, l’Egitto con 417 milioni di chili di grano, 998 milioni di chili di mais, 4,6 milioni di chili di olio e farina di girasole e 131 milioni di chili di semi di soia e il Kenya con 385 milioni di chili di grano, 53 milioni di chili di mais. Ma la crisi si farà particolarmente sentire anche in Etiopia (quasi 263 milioni di chili grano), lo Yemen (259 milioni di chili di grano) e la Tunisia (222 milioni di chili di grano, 356 milioni di chili di mais, 108 milioni di chili di altri prodotti).
Nello specifico, lo stop all’accordo fra Russia e Ucraina ha interrotto per le spedizioni di grano dai porti del Mar Nero qualcosa come 19 miliardi di chili di frumento per il pane, mais, olio di girasole e altri prodotti, che nell’anno di durata dell’intesa sono stati destinati ai paesi poveri dell’Africa e dell’Asia. Per la Coldiretti una situazione che potrebbe portare, a causa di fame, carestie e conseguente crisi economica, a un maggior flusso migratorio verso l’Italia e l’Unione europea tutta.