domenica, 17 Novembre, 2024
Economia

L’allarme di Urso: “Materie prime critiche. Dobbiamo liberarci dalla dipendenza della Cina”

Nel corso di un’audizione in Commissione al Senato, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha chiarito in primis una cosa: l’Italia e l’Europa devono produrre più materie prime critiche (cioè quelle non energetiche e non agricole), “e dobbiamo farlo liberandoci dalla dipendenza della Cina. Altrimenti rischiamo di passare dalla subordinazione alla Russia per l’energia fossile a una subordinazione ben più grave al Paese del Dragone”. Il titolare del Mimit ha specificato che “ci troviamo in una situazione preoccupante e ora siamo come nei famosi anni della corsa all’oro”, dato che la maggior parte delle materie prime critiche presenti in Italia e in Europa, in realtà, vengono dall’estero. “L’Europa acquista il 97% dalla Cina, le terre rare pesanti sono raffinate esclusivamente in Cina, il 63% del cobalto mondiale è estratto in Congo e il 60% è raffinato in Cina. Dunque, i rischi a cui siamo esposti sono evidenti”.

Il rispetto degli standard lavorativi

Il Ministro ha poi chiesto di intervenire all’Europa tutta affinché ovunque, e non solo nel vecchio continente, si facciano rispettare gli standard lavorativi, anche a tutela dell’ambiente e di un commercio che non sia più preda degli avventurieri della domenica: “Penso che sia più rispettoso degli standard sociali e naturali realizzare una miniera di cobalto in Italia anziché che accettare al fatto che sia prodotto solamente in Congo, magari sotto i mitra dei mercenari, per poi essere lavorato in Cina e successivamente esportato in Italia”.

Il tema della microelettronica

Riguardo la concorrenza di Taiwan sulla microelettronica (la branca che ha per oggetto lo studio della miniaturizzazione dei circuiti e dei componenti elettronici e la realizzazione dei relativi circuiti integrati), Urso che spiegato che ad agosto sarà presentato in Parlamento un Decreto legge apposito, il ‘Chips Act’ italiano in sintonia con quello europeo. Per il Ministro il BelPaese è il posto ideale “per investire nel campo dell’economia digitale”. Restando in argomento, in Commissione ha parlato anche dell’atteso investimento che la multinazionale della microelettronica Intel dovrebbe realizzare in Italia: “Siamo in rapporti continuativi, noi e le Regioni interessate, Piemonte e Veneto, abbiamo risposto a tutte le richieste che ci ha fatto per essere competitivi rispetto ad altri Paesi europei”.
Un altro obiettivo che si è dato Urso riguarda la riapertura delle miniere. Tutto nasce dall’Unione europea che ha definito 34 materie prime critiche, di cui molte considerate anche strategiche per la loro rilevanza nella transizione ecologica e digitale, destinate all’aerospazio e alla difesa, alla produzione di batterie elettriche e pannelli solari. Ebbene, in Italia “ci sono 16 di queste 34 materie prime e si trovano in miniere che sono state chiuse 30 anni fa”. Rimanendo sul pezzo, Urso ha poi puntualizzato che il BelPaese sulle materie critiche è la prima in Europa nel riciclo potrebbe arrivare anche a realizzare il 40% del fabbisogno nel 2040: “Abbiamo una importante capacità di recupero, ma bisogna aumentare i tassi di raccolta e sviluppare le filiere industriali”.
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