giovedì, 21 Novembre, 2024
Lavoro

Salario minimo, Granelli (Confartigianato): dai contratti collettivi tutele migliori per i lavoratori. Ingiusto equipararli a quelli pirata

La vera svolta per creare stabilità e lavoro è nei Contratti collettivi. Tra i pro e i contro sul salario minimo a 9 euro lordi a ora, la Confartigianato si schiera con quanti temono che le nuove regole creino meno tutele per i lavoratori. La disputa non è da poco, il segretario della Cgil Maurizio Landini sull’argomento è perentorio “Nove euro l’ora sono solo il primo passo. Basta contratti precari”, sottolinea il leader sindacale che sull’argomento annuncia battaglia. Sul fronte opposto le associazioni di categoria come Confcommercio con la vicepresidente con delega al lavoro e alla bilateralità Donatella Prampolini, “a nostro avviso, la migliore risposta alla questione del salario minimo sta nella valorizzazione erga omnes dei contratti collettivi di lavoro stipulati tra chi realmente rappresenta il mondo delle imprese e il mondo del lavoro. Contratti che meriterebbero”, osserva Prampolini, “inoltre, misure di detassazione a supporto dei loro rinnovi e del welfare aziendale”.

No alla disintermediazione

Stesso discorso per Confartigianato che sottolinea come il salario minimo invece di incentivare il lavoro lo impoverisca.
“Il salario minimo”, commenta il presidente di Confartigianato Marco Granelli, “fissato per legge in maniera uguale per tutti è una proposta semplicistica che non solo non risolverebbe il problema del lavoro povero, ma lo aggraverebbe. Si tratta di una proposta che tende a disintermediare le relazioni industriali, partendo dal presupposto, sbagliato, che la legge può fare meglio della contrattazione collettiva e delle Parti sociali”.

Contratti tra i migliori al mondo

La Confartigianato non ci sta a mettere sullo stesso piano i contratti capestro con quelli che conferiscono tutele e livelli salariali adeguati. Così la contestazione al salario minimo viene smontata dalla Confederazione. “Si tratta di una proposta che mette sullo stesso piano i contratti pirata con i contratti di qualità, ignorando che nel nostro Paese il contenuto protettivo dei contratti collettivi di lavoro sottoscritti dalle organizzazioni datoriali e sindacali maggiormente rappresentative è fra i migliori del mondo. Infatti, prevede già condizioni e strumenti per sostenere i redditi e migliorare la produttività e offre tutele collettive e sistemi di welfare integrativi. Un patrimonio che in questa fase difficile sta offrendo un utile supporto ai lavoratori ed alle imprese, soprattutto nei territori dove il welfare pubblico è carente”.

Fuga dalla contrattazione

“Il salario minimo imposto dalla legge”, aggiunge Granelli, “avrebbe come inevitabile conseguenza la fuga dalla contrattazione collettiva da parte delle imprese, con effetti negativi sia sulle tutele che sullo stesso livello dei salari. Inoltre, porrebbe inevitabilmente il tema della sua indicizzazione, evocando l’inizio di una nuova scala mobile. Davvero l’Italia ha bisogno della nazionalizzazione delle relazioni industriali?”.

Soluzioni su misura

“Nell’artigianato e nelle piccole imprese”, spiega infine il presidente di Confartigianato, “la contrattazione collettiva definita dalle Organizzazioni più rappresentative, come la Confartigianato, oltre a determinare salari rispettosi dell’art. 36 della Costituzione, è anche lo strumento che ha consentito di individuare”, fa presente il leader della Confartigianato, “soluzioni su misura per le esigenze organizzative e di flessibilità di imprese appartenenti a settori e con mercati spesso estremamente diversi fra di loro, assicurando, nel contempo”, conclude Granelli, “importanti tutele collettive ai lavoratori, anche attraverso il proprio consolidato sistema di bilateralità”.

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