La presidente di ANIA (l’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici) ha sempre tenuto, alle assemblee annuali degli assicuratori relazioni di ampio respiro, che affrontano i temi e le problematiche non solo del settore ma dell’intero mondo economico e finanziario del nostro Paese e dell’Europa.
Quest’anno, però, ha fatto ancora di più, “dando la linea”, con suggerimenti, proposte, visioni del futuro; offrendo disponibilità per una politica innovativa “che possa integrare l’uso di risorse pubbliche e private”; sposando anche le strategie del nuovo governo illustrate in una lettera della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che non si è limitata ad un formale indirizzo di saluto; condividendo le iniziative legislative “raccontate” con competenza ed approfondimenti dal Ministro del MIMIT, Adolfo Urso nel suo articolato intervento all’Assemblea dei giorni scorsi.
Ma andando oltre le cifre, i dati, le analisi, quello che traspare ancor più della relazione di Maria Bianca Farina è il sentimento, tanto sentimento: innanzitutto quello di appartenenza alla nostra comunità, ai destini del nostro Paese, alle prospettive di sviluppo non solo economici, alle radici storiche del settore.
E poi quell’orgoglio di vivere in una terra bella per la sua natura, per i suoi monumenti e le sue opere d’arte, i suoi borghi storici , le sue città antiche e moderne.
Con questi sentimenti la Presidente dell’ANIA ha guardato non solo in casa propria e non solo al passato ed al presente: “come collettività nazionale e come settore assicurativo, – ha detto – ci siamo dimostrati incredibilmente resilienti. La crisi energetica resta una minaccia sullo sfondo, ma l’emergenza è stata gestita e superata con prudenza, con perizia e capacità di sacrificio”.
Ed ha guardato al futuro: “L’Italia ha bisogno di protezione dai rischi, di coesione, conciliazione, ripresa demografica”, – toccando temi cari al governo di Destracentro – “certezze in campo di assistenza sanitaria. Noi ci siamo”… “L’incertezza sono e resteranno le condizioni normali del nostro tempo”, “Ma non possiamo aspettare che il rischio e l’incertezza si diradino, prima di iniziare a programmare il futuro. Dobbiamo comunque progettare, investire, fare riforme, agire e preparare l’Italia di domani”.
In tal modo concordando con il Ministro Urso che, dopo aver evidenziato la capacità di resilienza del Paese e le buone performance che hanno caratterizzato gli ultimi mesi, ripetutamente ha sollecitato il settore assicurativo a fare sistema con il Governo non solo per quanto riguarda il fondo sovrano da lui stesso proposto, ma anche e sopratutto per la copertura dei cosiddetti rischi catastrofali.
Tema quest’ultimo che è stato da sempre all’attenzione dell’ANIA e del suo presidente già dal suo insediamento al suo primo mandato. La Presidente ha ricordato che il 95% dei Comuni è a rischio frane, alluvioni o erosioni costiere, che nel 2023 ci sono stati già 122 eventi estremi, che solo il 5% delle abitazioni e il 7% delle imprese hanno una polizza contro le catastrofi su oltre 35 milioni di unità abitative, che il 44,2% è coperta da un’assicurazione contro gli incendi, ma appena il 5,3% ha una protezione contro le calamità naturali. Inoltre la Farina ha precisato che “La quota danni assicurati in Italia non supera oggi il 14% del totale” ponendo il nostro Paese al 29simo posto su 39 nel “Resilience Index” di Swiss Re”. Secondo il calcolo che fa questo istituto tra il 2011 e il 2021 l’Italia ha scontato perdite legate a catastrofi naturali per 58,1 miliardi di dollari, di questi solo 6,3 miliardi erano coperti da polizza. Il conto per il paese è stato dunque in 10 anni superiore ai 51 miliardi di dollari. Con un gap di protezione prossimo all’89%. Nell’ultimo decennio, gli eventi meteorologici estremi, tra cui forti piogge, grandine e tornado, sono più che quadruplicati, passando da 348 nel 2011 a 1.602 nel 2021.
L’Italia è un paese esposto in modo rilevante alle calamità naturali: secondo anche le stime di ANIA: il 78% delle abitazioni è esposto a un rischio medio-alto o alto di terremoto o alluvione. Tra i paesi europei, l’Italia è infatti uno dei paesi maggiormente colpiti dai rischi naturali, con ca. 140Mld€ di danni cumulati negli ultimi 40 anni, dovuti principalmente a eventi sismici (ca. 90Mld€ di danni nel periodo). Anche la frequenza degli eventi naturali è in aumento (+40% degli eventi catastrofali gravi negli ultimi 30 anni).
Nonostante ciò, il finanziamento pubblico alla ricostruzione del patrimonio immobiliare non è prestabilito per legge, ma deciso ex post mediante stanziamenti non pianificati, con risultati di norma inferiori alle attese, che peraltro, data l’errata convinzione di avere diritto a un ripristino totale a carico dello Stato, scoraggiano la scelta responsabile di assicurarsi con una copertura contro i danni da catastrofi naturali.
Oltretutto questi dati sono allarmanti perché risulta che sono le aree più vulnerabili ad assicurarsi meno, l’ANIA attraverso un’indagine svolta in collaborazione con GFK, risulterebbe che, più di due terzi del campione sarebbe disposto a stipulare una copertura assicurativa a condizioni di aver costi contenuti e risarcimenti liquidati entro pochi mesi. L’ANIA sostiene da tempo, infatti, che il Paese ha l’esigenza e la responsabilità di realizzare un sistema strutturato di gestione ex ante dei rischi catastrofali.
Le modalità di attuazione possono essere le più varie, gli esempi non mancano: La Francia e la Spagna, prevedono una copertura catastrofale inclusa obbligatoriamente in ogni polizza Incendio (a sua volta obbligatoria per aprire un mutuo); il Giappone, prevede l’adesione completamente volontaria, con forti incentivi fiscali per le Abitazioni (deducibilità fino al 100% del premio pagato); la California e la Nuova Zelanda, prevedono una forma di adesione all’assicurazione “semi-obbligatoria”, ovvero l’acquisto della copertura obbligatoriamente connesso all’assicurazione contro l’incendio dell’abitazione, che è volontaria; la Turchia, ha adottato uno schema nazionale caratterizzato da un’assicurazione obbligatoria.
L’Associazione sostiene la proposta di ampliare la diffusione delle coperture contro eventi naturali agendo su due direttrici: In primo luogo, istituendo uno schema nazionale di copertura assicurativa obbligatoria per Abitazioni e Piccole Imprese contro eventi catastrofali, basato su una partnership pubblico privato; In secondo luogo, si propone il potenziamento delle agevolazioni fiscali all’acquisto di coperture assicurative per quelle casistiche che hanno minore necessità di protezione in quanto sono maggiormente coperte contro i rischi naturali e per eventi meteo avversi quali tempeste, grandine, incendi, che rappresentano eventi generalmente meno distruttivi.
Con questo “modello di welfare innovativo, integrando l’uso di risorse pubbliche e private, è possibile associare il sistema pubblico di welfare con l’assicurazione privata, che ha già dimostrato la sua efficacia nella condivisione dei rischi e nel promuovere la prevenzione”.
E’ questa una risposta in sintonia con quanto aveva assicurato Adolfo Urso, nel corso del suo intervento, secondo il quale: “il governo vuole incentivare la sottoscrizione di polizze contro le catastrofi naturali” e quindi nel ddl catastrofi “abbiamo inserito una norma che riguarda le assicurazioni”, spiegando che si tratta di una misura importante per le piccole imprese, che “serve anche ad incentivare chi non l’abbia mai fatto ad assicurarsi contro questi rischi”.
Va ricordato peraltro che nella Delega fiscale in discussione alla Camera dei Deputati è stato approvato un emendamento che è finalizzato proprio ad incentivare le polizze contro il rischio di eventi calamitosi. Anche se solo senza nuovi o maggiori oneri per lo Stato.
Con queste premesse, mondo assicurativo, governo e parlamento, possono tutti insieme, con fiducia, imboccare la “direzione futuro” al servizio della comunità nazionale.