mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Agroalimentare

Ricerca genomica: da Ue importante cambio di direzione verso transizione ambientale

Lo scorso anno la Commissione Europea ha avviato un’iniziativa invitando la società civile, le autorità e gli operatori del settore agricolo ad esprimere un parere sulle nuove “tecniche genomiche” (NGT) per le piante.
Le nuove tecniche genomiche, che si distinguono dagli “Ogm”, sono in grado di modificare il materiale genetico di organismi che potrebbero essere impiegati per scopi alimentari, industriali o farmaceutici. L’iniziativa UE, basata sui risultati di uno studio della Commissione su queste nuove tecniche, propone un quadro giuridico per le piante ottenute mediante mutagenesi e cisgenesi mirate e per gli alimenti e i mangimi da esse ottenuti.

La Commissione europea ha spiegato: “La mutagenesi mirata induce mutazioni nel genoma senza l’inserimento di materiale genetico estraneo (ad esempio, le modifiche vengono apportate all’interno della stessa specie vegetale)”.

Riguardo alla cisgenesi, anch’essa presente nella proposta, l’UE ha precisato: “È un inserimento di materiale genetico in un organismo ricevente da un donatore che è sessualmente compatibile con l’organismo ricevente (ad esempio, vengono apportate modifiche tra piante naturalmente compatibili)”.
L’obiettivo UE è mantenere un elevato livello di protezione della salute umana e animale e dell’ambiente, consentendo l’innovazione nel sistema agroalimentare e contribuendo agli obiettivi del Green Deal europeo e della strategia “Dal produttore al consumatore”.

Per Confagricoltura le proposte di sviluppo delle tecniche genomiche presentate dalla Commissione UE al Parlamento di Bruxelles rappresentano un importante cambio di passo verso la ricerca scientifica applicata al settore agricolo. Ad esempio la patata resistente agli agenti patogeni, sviluppata in Europa con le nuove tecniche, è una delle prove più incoraggianti; la patata resistente permetterà una riduzione dal 50 all’80% dell’uso di pesticidi rispetto al tubero tradizionale.

Confagricoltura giudica positivamente l’iniziativa UE soprattutto perché essa mira a fare chiarezza sulla differenza tra le NGT e gli OGM. La divulgatrice scientifica e presidente della FNP Proteoleaginose di Confagricoltura, Deborah Piovan, ha dichiarato: “L’Unione Europea ha imboccato la strada giusta manifestando la volontà di riconoscere l’importanza della ricerca di specie vegetali resistenti alle conseguenze del cambiamento climatico. L’applicazione di queste tecniche permetterà di fronteggiare molte delle attuali minacce alla capacità produttiva nazionale: dalle malattie fungine derivanti da eccessive precipitazioni e alluvioni, alla siccità e alla salinità del suolo e delle acque fluviali”.

Anche Confagricoltura si è espressa affermando: “La sostenibilità non può essere perseguita soltanto con divieti e limitazioni, ma è necessario dare agli agricoltori valide alternative e strumenti che permettano di ridurre l’uso di fitofarmaci e lo sfruttamento delle risorse naturali senza intaccare le produttività delle proprie aziende”. Per Confagricoltura: “Adesso l’auspicio è che l’iter di approvazione di una legge che regolamenti tali tecniche proceda spedito e si concluda, come annunciato, entro i primi mesi del 2024”.

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