Una buona notizia dal Sudafrica. Diminuisce il numero di rinoceronti uccisi dai bracconieri nel 2019 e il WWF si congratula con il Ministro Barbara Creecy per aver condiviso i risultati degli sforzi congiunti di governo, privati, comunità e ONG. Il Dipartimento dell’Ambiente, delle Foreste e della Pesca ha infatti annunciato che il numero di rinoceronti persi a causa del bracconaggio è sceso da 769 nel 2018 a 594 nel 2019 e ha anche segnalato un calo del bracconaggio di elefanti, che è passato da 71 uccisioni nel 2018 a 31 nel 2019.
È importante notare come oggi l’uccisione dei rinoceronti non sia ascrivibile a gesti di bracconieri isolati, ma sia un vero e proprio business condotto da organizzazioni criminali transnazionali che cooperano con i paesi consumatori di corno di rinoceronte come Cina, Malesia, Singapore, Vietnam e Giappone. La chiave vincente per contrastare e contenere questi crimini di natura transnazionali è stata la riposta coordinata tra diverse organizzazioni fra cui: l’Unità per i furti di bestiame e le specie in via di estinzione della polizia sudafricana, la Direzione delle indagini sui crimini prioritari (Hawks), il sistema dei Parchi Nazionali e delle aree protette sudafricane, gli ispettori per la gestione ambientale e le dogane e la National Prosecuting Authority.
Per avere un quadro completo dello stato di conservazione dei rinoceronti in Sudafrica e prima di considerare positivamente i dati del 2019, è cruciale capire il rapporto tra rinoceronti uccisi e numero di animali rimasti vivi. In mancanza di queste informazioni è difficile avere una visione completa sullo stato attuale delle popolazioni di rinoceronti in Sudafrica.
Un’ulteriore preoccupazione è che questo progetto di strategia nazionale integrata, finalizzata a combattere il traffico di animali selvatici (NISCWT), non sia ancora stato pienamente adottato dal governo. La riduzione del numero di casi di bracconaggio è un segnale positivo, ma il problema non è risolto e i rinoceronti sono ancora oggi fortemente minacciati dalle organizzazioni criminali e dalla mancanza di un habitat adeguato alla loro sopravvivenza e riproduzione.
Jo Shaw, direttore del programma Wildlife di WWF Sudafrica, ha affermato: “Come notato dal Dipartimento, gli sforzi delle forze dell’ordine da soli non possono affrontare i complessi fattori sociali ed economici dietro alle minacce che colpiscono a lungo termine i nostri rinoceronti. Ora è necessario un impegno che tenga conto degli atteggiamenti, delle opportunità e della sicurezza delle comunità e delle persone che vivono intorno alle aree protette. Anche il ruolo della corruzione, inevitabilmente legato alla criminalità organizzata, deve essere affrontato”. (Italpress)