Una più attenta e scrupolosa manutenzione del territorio, avrebbe impedito la tragedia dell’alluvione limitandone i danni. La riflessione arriva dalla Cia-Agricoltori che segnala come gli effetti della
devastante alluvione in Romagna potevano essere attutiti da un’attenta strategia preventiva che la Confederazione ha auspicato in questi anni.
“Le tecnologie moderne sarebbero potute venire, infatti, in soccorso della manutenzione del territorio”, osserva la Cia-Agricoltori, “Purtroppo, le piogge cadute in collina si sono, invece, scaricate con veemenza sulla pianura e senza manutenzione dei boschi, molti fusti secchi si sono riversati nei fiumi.
A questo si è aggiunta la mancata manutenzione degli argini dei fiumi”.
Ideologia e pochi interventi
A sottolineare la mancanza di prevenzione è Cristiano Fini, presidente di Cia-Agricoltori italiani, intervenendo
all’Agrifood Summit. “Troppa ideologia ha impedito in passato di intervenire sul territorio: ora bisogna affidarsi solo alla ricerca e alla scienza. La situazione attuale in Emilia-Romagna è ancora statica”,
osserva Fini, “al di là della grande volontà dei romagnoli. C’è molta incertezza nel futuro per mancanza di una strategia nella ricostruzione. Chi è ripartito, lo ha fatto con risorse proprie, senza garanzie di
risarcimenti”
Dialogo con il commissario
La confederazione ora auspica un dialogo con il neo commissario straordinario, Figliuolo, mentre Fini ricorda che le imprese stanno aspettando le risorse. “Se una prima tranche è stata già stanziata, se ne attendono altre con la legge di Stabilità di fine anno”.
L’innovazione è il futuro
In merito all’importanza della smart agriculture, Fini sottolinea come l’agricoltura e l’agroalimentare debbano diventare sempre più digitali.
“I numeri non sono ancora così rilevanti e c’è ancor un retaggio culturale che frena l’innovazione”, sostiene il presidente della Confederazione italiana agricoltori, “Bisogna lavorare sulla divulgazione e successivamente sulle attività di formazione degli imprenditori agricoli. Da tempo, Cia ha stretto accordi con partner
importanti nell’agritech per diffondere sempre più l’utilizzo di modelli previsionali, droni e sensoristica digitale e vuole fornire il supporto alle imprese associate che vogliono accedere ai fondi per le tecnologie
innovative.
La svolta ambientale
Anche sul fronte istituzionale, Cia cerca interlocutori che possano implementare i già numerosi incentivi esistenti, come quelli dei Psr. Secondo Fini, per effetto della smart agriculture c’è un minor utilizzo
di input chimici e un notevole risparmio idrico, tutto questo è un grande vantaggio sia per l’ambiente che per la sostenibilità economica delle aziende. “Le nuove tecnologie sono importanti anche per la
commercializzazione verso i mercati esteri”, conclude Fini, “Se si è arrivati alla cifra record di 50 mld di export agroalimentare, la scarsa digitalizzazione non deve essere un freno a un’ulteriore importante
crescita del Made in Italy”.