Rileggendo il Pnrr, gli obiettivi della missione quattro evidenziano la necessità di rafforzare la ricerca e favorire la diffusione di modelli innovativi di base applicati in sinergia con università, imprese, istituzioni, parti sociali e società civile. Inoltre riveste un ruolo determinante il sostegno a processi di innovazione e di trasferimento tecnologico con ricadute territoriali per la creazione della società della conoscenza.
Le misure messe in atto possono contribuire a promuovere un più efficace coordinanamento tra l’Università e il mercato del lavoro, a patto che gli ecosistemi dell’innovazione diventino luoghi di contaminazione e collaborazione tra università, centri di ricerca, imprese, istituzioni governative e locali, parti sociali, società civile nella visione sociale della creazione della conoscenza e di innovazione al servizio della persona.
Essi si sono diffuse in Europa negli ultimi anni e rappresentano un modello propulsivo di innovazione economica. E’ necessario attuare piani operativi di coinvolgimento delle comunità locali, delle parti sociali e della società civile sulle tematiche dell’innovazione e della sostenibilità. Sarebbe auspicabile la realizzazione di un “piano nazionale di partnership innovativa sulla società della conoscenza in Italia (“Learning Innovative Society Nation Plan”).
L’intervento, sul modello dell’EIP European Innovation Partnership, è la costruzione di un luogo, tipo una “piazza” o “valley” dove università, enti di ricerca, istituzioni, industrie, stakeholders, parti sociali, società civile, partecipano a progetti di avanzamento tecnologico e sociale per migliorare e misurare la nuova occupazione derivante dalla valorizzazione territoriale in chiave di sostenibilità, di inclusione, di accesso alla conoscenza, al lavoro e al sapere per tutti e a qualunque età (life long learning). Gli strumenti che possono essere ipotizzati sono quelli che incoraggiano un uso sistemico per la creazione di reti di collaborazioni locali, regionali, nazionali ed internazionali.
Si tratta di favorire iniziative e progetti per la realizzazione sui territori di “un’alleanza strategica” tra le università, gli enti di ricerca, le istituzioni, le parti sociali e la società civile quale volano innovativo di sviluppo socio economico per il progresso. Sarà centrale la valorizzazione del territorio sulla base della declinazione degli Indicatori dell’Agenda 2030 sullo Sviluppo Sostenibile nel suo incrocio dell’Obiettivo quattro con l’undici. In questo quadro propositivo generale molto può fare la istituita “Commissione Parlamentare sulle Città e Periferie” appena insediatasi nel cercare di ridefinire un nuovo assetto del rapporto università e citta’, società della conoscenza e territorio nel superamento delle disuguaglianze e costruire insieme le “città della conoscenza”. Direi con convinzione un nuovo ordine del giorno per la politica. Il tutto per un nuovo modello innovativo di terza missione della conoscenza che superi la crisi al servizio autentico della persona. Ecco allora l’università per la persona.